Per i tecnici Brembo il Suzuka International Racing Course rientra nella categoria dei circuiti poco impegnativi per i freni, eguagliato solo da Silverstone. Ciò non significa che l’impegno richiesto ai piloti sia ridotto, tutt’altro perché per realizzare un giro veramente buono a Suzuka bisogna curare tutti i dettagli, a causa delle pendenze del tracciato e della conformazione a “Otto” che la rende l’unica pista del Mondiale con un sottopasso (tra le curve 9 e 10) e un cavalcavia. Ciò non significa che l’impegno richiesto ai piloti sia ridotto, tutt’altro perché per realizzare un giro veramente buono a Suzuka bisogna curare tutti i dettagli, a causa delle pendenze del tracciato e della conformazione a 8 che la rende l’unica pista del Mondiale con un sottopasso (tra le curve 9 e 10) e un cavalcavia. Al Suzuka International Racing Course, come in tutti i tracciati “guidati”, i curvoni veloci richiedono un uso minimo dei freni: i piloti li usano in 12 curve ma in 3 di queste se ne servono per perdere un massimo 15 km/h e in altre 3 la differenza tra velocità iniziale e quella a fine frenata non raggiunge i 70 km/h. Di conseguenza in queste 6 curve i freni sono operativi per meno di 8 decimi di secondo. Delle 12 frenate sul tracciato di Suzuka solo 2 sono considerate impegnative per i freni. La più impegnativa in assoluto è quella prima della curva 16, teatro di una perdita di velocità da 304 km/h a 96 km/h in soli 105 metri. Durante i 2,29 secondi di funzionamento dei freni i piloti esercitano un carico sul pedale di 144 kg e sono soggetti ad una decelerazione massima di 4,8 g.