Il 20 aprile 1955, al Salone dell’Automobile di Torino, Alfa Romeo presenta la Giulietta Berlina, una vettura destinata a cambiare per sempre il panorama automobilistico italiano. Elegante, tecnologicamente avanzata, accessibile e dal carattere sportivo, la Giulietta Berlina ha incarnato il sogno di un’intera generazione, diventando simbolo della rinascita del Paese che cominciava ad entrare nel “boom-economico”. Ma non solo, la Giulietta Berlina in versione TI e le sue discendenti più sportive, oltre a fare breccia nel cuore di una miriade di appassionati hanno fatto incetta di successi nelle competizioni di ogni tipo. Noi di Motorstyle, grazie alla Scuderia del Portello, abbiamo avuto modo di correre e provare, in pista e su strada, quasi tutte le Giulietta da competizione che, tramite link ai relativi articoli e video, vi presentiamo in questo servizio.

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A settant’anni esatti da quel debutto, Heritage Stellantis e Alfa Romeo celebrano un modello che ha segnato anche la transizione definitiva dalla produzione artigianale a quella industriale. Infatti, se la 1900 del 1950 aveva tracciato un primo sentiero, è con la Giulietta che Alfa Romeo si proietta nel futuro, industrializzando l’eccellenza tecnica e portandola su scala più ampia.

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All’inizio degli anni Cinquanta, Alfa Romeo – fresca di due titoli mondiali consecutivi in Formula 1 conquistati con l’Alfetta guidata da Farina e Fangio, rispettivamente nel 1950 e 1951– sente l’esigenza di ampliare la propria produzione e rivolgersi a un pubblico più vasto, pur mantenendo intatti stile, tecnologia e prestazioni. Nasce così il progetto Giulietta: un’auto compatta, moderna e accessibile, ma capace di conservare lo spirito competitivo e raffinato delle vetture del Biscione.

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A sorprendere, però, è il fatto inusuale che a esordire per prima non fu la berlina, ma la coupé, la Giulietta Sprint, presentata al Salone di Torino del 1954. Si dice, come spieghiamo nei servizi dedicati, a causa di una fastidiosa rumorosità in abitacolo che non si riuscì a limitare in tempo utile sulla Berlina. In ogni caso la Sprint, coupé compatta ad alte prestazioni con motore sotto i 1500 cc disegnata da Franco Scaglione per Bertone, lo stesso designer della quasi contemporanea "2000 Sportiva" nonché della successiva "Giulietta Sprint Speciale" e della meravigliosa "33 Stradale" del 1967, viene accolta con entusiasmo travolgente.

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Fascino e sportività, quindi, per una vettura che nei piani della Casa deve creare la giusta curiosità in vista dell’arrivo della Giulietta Berlina, programmata per l’anno successivo, tanto è vero che è prevista una produzione assai limitata. Ma l’accoglienza ricevuta dalla Giulietta Sprint cambia completamente le carte in tavola: infatti, dopo il Salone di Torino i concessionari Alfa Romeo sono letteralmente presi d’assalto e bastano pochi mesi per fare della Giulietta Sprint un vero e proprio successo commerciale, tale da spingere Alfa Romeo ad accelerare lo sviluppo della berlina. Così, il 20 aprile 1955, fa il suo debutto la Giulietta Berlina.

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E’ la prima volta che un modello compatto dalle prestazioni brillanti viene proposto in un product package adatto per le famiglie: dopo la 1900 la Casa Milanese sviluppa il concetto di berlina sportiva in dimensioni più contenute. L’Alfa riconferma “l’auto per la famiglia che vince le corse”: nelle mani dei gentlemen-drivers e dei futuri campioni taglia i traguardi più ambiti mentre, come sintetizza bene uno slogan del tempo, “la guida anche la mamma”. Si apre così un’epoca e Alfa Romeo è precursore nel rendere concreto “il piacere della guida sportiva alla portata di tutti”.

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Si può affermare, quindi, che la Giulietta ha inventato una nuova classe, quella delle vetture di cilindrata 1300, destinata a diventare ben presto una formula europea. Senza contare che nel 1955 non esisteva al mondo una berlina di serie con le caratteristiche meccaniche e le prestazioni della Giulietta. Per questo ha fatto scuola. E nonostante gli anni questo modello conserva ancora oggi una forte personalità a conferma della grande tradizione Alfa Romeo. In particolare, il design è sviluppato dall’Ufficio Stile Alfa Romeo e richiama sul frontale gli elementi della Sprint, anticipando l’identità estetica della gamma futura, quello che oggi chiamiamo “family feeling”.

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Tecnicamente avanzata, inoltre, la Giulietta Berlina si avvaleva di soluzioni all'avanguardia per l'epoca. Ad esempio, sotto il cofano spicca un motore a 4 cilindri bialbero di 1.290 cm³, capace di erogare 53 CV e spingere la vettura a 140 km/h di velocità massima, un risultato eccezionale per l’epoca, ottenuto anche grazie al peso contenuto di soli 870 kg. Il raffinato propulsore della Giulietta è realizzato in alluminio (una prima assoluta nelle auto di grande produzione) come anche la scatola del cambio e quella del differenziale; le canne dei cilindri sono riportate in ghisa speciale; la distribuzione è a doppio albero a camme in testa (è l’unico fra i propulsori di piccola cilindrata di quegli anni) mentre l’albero a gomiti è montato su cinque supporti.

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A trazione posteriore, la vettura si segnala anche per il cambio al volante (a partire dal 1957 sarà disponibile in alternativa la leva a cloche) e il freno a mano “a tirante”, posto sotto la plancia a sinistra del volante. Inoltre, le sospensioni anteriori sono “a ruote indipendenti” con molle elicoidali, quadrilateri trasversali e barra stabilizzatrice; quelle posteriori sono a ponte rigido con molle elicoidali coassiali, triangolo superiore e puntoni. La frenata è garantita da quattro tamburi realizzati con un particolare procedimento di fusione dell’Alfa Romeo.

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Va anche ricordato che la produzione della Giulietta Berlina segna una svolta industriale epocale per Alfa Romeo. Se la 1900 aveva introdotto la produzione in serie, è con la Giulietta che lo stabilimento del Portello si trasforma davvero in una fabbrica moderna. All’inizio degli anni Cinquanta, il sito milanese era ancora legato a una logica produttiva artigianale, capace di sfornare non più di 50 vetture al giorno. Con la Giulietta, e con l’intervento dell’ingegnere austriaco Rudolf Hruska, l’intero processo viene ripensato: nascono nuove linee di montaggio, si riorganizzano i flussi, si razionalizzano le fasi produttive. Nel giro di pochi anni, il Portello arriva a produrre fino a 200 vetture al giorno, quadruplicando la sua capacità. Un salto quantitativo che racconta anche un salto culturale: l’Alfa Romeo non è più solo un marchio d’élite, ma una protagonista dell’industria automobilistica europea.

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Il nome stesso “Giulietta” contribuisce al mito, con due versioni che ne raccontano l’origine. Una narra che il suggerimento arrivò da Madame De Cousandier, moglie del poeta Leonardo Sinisgalli; l’altra, racconta di un principe russo che, durante un evento parigino del 1950, si rivolse ai dirigenti Alfa Romeo con la battuta: “Siete otto Romeo e non c’è neanche una Giulietta?”. Quattro anni dopo, la risposta fu pronta: era nata la Giulietta Sprint, la prima della famiglia, alla quale nel corso degli anni le furono affiancate numerose altre versioni come la Berlina, la Spider disegnata da Pinin Farina pensando al mercato USA (come per la Sprint, disponibile anche in versione Veloce), la Sprint Speciale, ancora di Bertone e la Giulietta SZ di Zagato. Non mancherà neppure una versione station wagon denominata Promiscua. Dal 1954 al 1965 sono state prodotte 177.690 Giulietta in tutte le sue declinazioni, di cui oltre 130.000 in versione Berlina; quindi, si può dire senza timore di smentita che la Giulietta Berlina ha ridefinito il concetto di vettura media in Europa, creando di fatto la categoria delle compatte premium ad alte prestazioni.

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Di seguito i link ai servizi realizzati in occasione delle nostre prove delle varie declinazioni di Giulietta da competizione.

GIULIETTA 1300 TI - LA “FIDANZATA D’ITALIA” BALLA IN PISTA

La Giulietta, che quest’anno spegne le 70 candeline, oltre che una pietra miliare ha rappresentato una svolta industriale nella storia Alfa Romeo. E grazie alla sua tecnica, all’avanguardia per l’epoca, ha rappresentato anche un’ottima base di partenza per le versioni sportive dei vari modelli. In questo servizio vediamo com’è fatta la versione racing della Giulietta TI 1300 della Scuderia del Portello e come va in pista, in gara a Monza.

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GIULIETTA TI 1300 “RAID”

Questa Giulietta, appositamente preparata, nel 2007 ha partecipato al raid Pechino-Parigi, una sfida lunga oltre 16.000 km disseminati di ogni tipo di difficoltà. Dopo averne seguito la particolare preparazione presso l’officina della Scuderia del Portello, l’abbiamo provata sul tracciato di Balocco al termine del raid. E lei, nonostante il comprensibile affaticamento, ci ha stupito ancora una volta per la brillantezza.

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GIULIETTA 1300 SPRINT VELOCE – VELOCE PER DAVVERO!

Talmente veloce che, curiosamente, per diversi motivi che spiegheremo più avanti, la versione coupé debuttò prima della berlina. La Giulietta Sprint ottenne subito un successo commerciale travolgente e, soprattutto con l’arrivo della versione “Veloce”, anche sportivo. Abbiamo avuto il privilegio di provare, in corsa sulla pista di Monza e sulle strade della Targa Florio, la versione da corsa del modello più sportivo della gamma: la Sprint Veloce 1300 della Scuderia del Portello.

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GIULIETTA 1300 SPRINT SPECIALE - COLPO DI FULMINE!

Leggera e aerodinamica, era fatta apposta per le corse. I piloti però le preferirono la… Giulietta Sprint Zagato. La “SS”, come viene comunemente chiamata, resta tuttavia la versione top della dinastia Giulietta, per fascino e prestazioni. Tanto che quando ce la siamo trovata davanti così bella e disponibile… a farsi guidare, non abbiamo potuto fare a meno di ammettere che il colpo di fulmine esiste! Abbiamo avuto il privilegio di guidarla in una delle scorse edizioni della classicissima cronoscalata Cesana-Sestriere, su un percorso che ne esalta le doti dinamiche. E lei ci ha dato ampia soddisfazione.

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GIULIETTA SPIDER 1300 “SEBRING” - BEN TORNATA GIULIETTA

Mentre si trovava in Messico per correre la Carrera Panamericana, il presidente della Scuderia del Portello Marco Cajani ritrova casualmente una delle tre Giulietta Spider che l’Alfa Romeo aveva preparato nel 1956 per correre a Sebring. Il restauro è stato lungo e impegnativo, ma ne è valsa assolutamente la pena visto il fascino e l’esclusività della vettura, che abbiamo potuto provare su strada e in pista.

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FORMULA 1 DE TOMASO-ALFA ROMEO 1500 - CUORE SPORTIVO

Incredibile Giulietta. Concludiamo la saga del mitico modello del “Biscione” parlando di Formula 1. Già, perché l’incredibile bialbero 1.3 evoluto per la Giulietta Sprint Veloce è arrivato persino a correre nei gran premi di Formula 1. Il quattro cilindri milanese, infatti, incrementato nella cilindrata fino a 1.500 cc e montato sulla monoposto De Tomaso ha partecipato al Gran Premio d’Italia 1961 con Nino Vaccarella, per la Scuderia Serenissima, e con Roberto Bussinello, iscritto dalla Scuderia Isobele De Tomaso. Noi abbiamo provato la De Tomaso-Alfa Romeo sul “Circuito delle Mura”, il tracciato cittadino del Bergamo Historic Gran Prix, pochi giorni dopo una delle partecipazioni della monoposto al prestigioso Monaco Grand Prix Historique.

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