Quando si dice la combinazione. La Fiat 600 e Supersprint compiono 70 anni! Ci è venuto naturale abbinare questi due significativi compleanni perché hanno molti punti di collegamento, a partire dal fatto che entrambe le realtà sono rivolte agli appassionati di automobili. La prima ha avuto un ruolo importante nella motorizzazione degli italiani; perciò, rimane nel cuore degli appassionati come una pietra miliare nella storia dell’automobilismo globale. Supersprint ha voluto dare agli appassionati quel pizzico di sportività in più, continuando ad accompagnarli nei loro desideri di sportività e grazie alla conservazione del proprio patrimonio di prodotti è attualmente in grado di accontentare possessori di automobili delle varie epoche: classiche, youngtimer fino alle sportive di ultima generazione.
Nel 1955 Fiat presenta la 600, una utilitaria incaricata di motorizzare gli italiani sulla spinta dell’entusiasmo derivante dal boom economico e, conseguentemente, dalla voglia di ampliare la propria libertà di movimento e le proprie conoscenze. Insomma, il punto di partenza per dare una importante svolta al proprio modo di vivere. Ma non solo, perché nelle mani, sul volante, degli appassionati la tranquilla utilitaria torinese si trasformava nell’oggetto del riscatto, il mezzo ideale per placare i “pruriti” di guida fin troppo repressi fintantoché le automobili erano patrimonio esclusivo di pochi fortunati abbienti. E la sublimazione di questo riscatto fu raggiunta dai tanti che proprio grazie alla 600, soprattutto nelle successive versioni più “pepate” con cilindrata maggiorata a 750 e 850 cc, poterono coronare il sogno di diventare piloti. Già perché erano anni in cui molti portavano in gara, nelle cronoscalate ma anche in pista, le stesse vetture che utilizzavano quotidianamente, raggiungendo il campo di gara e dipingendo i numeri di partenza sulle portiere.
Nel 1955 Giuseppe Gilli, completata l’acquisizione di un’azienda di Verona che produce marmitte speciali, sposta la produzione a Mantova. All’inizio in una piccola officina, dove un solo saldatore assemblava manualmente tutti i pezzi, compresi i terminali che venivano dipinti di colore rosso perché trasmettevano un’identità corsaiola.
Cuore sportivo
E dato che lo spirito era proprio quello dell’impronta sportiva, Gilli decide di nominare la società “Supersprint”, rappresentandola con un logo che non lascia dubbi, dove la parte predominante la fa il disegno di una bandiera a scacchi! “Una bella intuizione, perché è un nome che trasmette dinamismo, velocità, ed è attuale ancora oggi”, sottolinea Federico Gilli, che insieme al fratello Alessandro (che si occupa della parte tecnica) e al cugino Ennio è sul ponte di comando Supersprint.
Così come non vi erano dubbi sui potenziali clienti ai quali erano indirizzati i prodotti Supersprint: gli appassionati di cui sopra, che volevano regalare alla propria “compagna” a quattro ruote quel pizzico di brio in più godendo al tempo stesso, anche durante la guida quotidiana, del coinvolgente sound che li proiettava già sui campi di gara. Già, perché gli “smanettoni” dell’epoca avevano un identikit immediatamente riconoscibile: cofano sollevato e “doppietta” di terminali di scarico che spuntava minacciosa dal posteriore!
Inizialmente le vendite avvenivano per lo più in ambito locale, poi su suggerimento di un amico l’imprenditore mantovano cominciò a fare la spola nei fine settimana tra Italia e Germania, con un furgone carico di marmitte da proporre a rivenditori di ricambi. Convinti dalla qualità del prodotto, si instaurò un buon rapporto con questi commercianti, tanto che loro stessi suggerirono delle idee su come sviluppare i prodotti in funzione delle richieste del mercato tedesco, che in breve divenne quello più importante. Dalle marmitte speciali per le piccole utilitarie, come la 600 e le sue derivate e successivamente la 500, che rimangono il punto di partenza, la produzione si amplia anche per modelli più potenti, italiani ed esteri.
Evoluzione tecnica
Verso la fine degli anni ‘50, dato l’incremento dell’attività, l’azienda si trasferisce in una sede più grande, dove si trova tuttora. Cresce il personale e, soprattutto, il reparto tecnico di ricerca e sviluppo, stimolato dalla collaborazione iniziale con la Giannini Automobili, per le piccole cilindrate appunto, per proseguire negli con le sportive di maggiore successo, stradali e da corsa, collaborando a stretto contatto con i Reparti Corse di Case automobilistiche e selezionati Tuner: tra questi, Mercedes AMG, Fiat Auto Corse, Alfa Corse, N-Technology, Seat Sport, Peugeot Sport, Citroen Sport, AC-Schnitzer, Tech-Art, RUF, Hamann, Hartge, Carlsson, Lorinser). Questo ha consentito ai tecnici Supersprint di maturare un notevole know-how, che riversano nei nuovi progetti ma sempre restando fedeli al metodo di lavoro artigianale, “confezionando” impianti di scarico come fossero abiti di alta sartoria.
Scelte decisive
Proprio in questo senso, sono due le scelte fondamentali che hanno contribuito in modo determinante a mantenere intatto negli anni il DNA Supersprint. A metà anni ‘80 Giuseppe Gilli non cede alle sirene del Gruppo Fiat che propone all’azienda mantovana di cambiare radicalmente il proprio modello produttivo passando a grandi volumi, perché ciò avrebbe inevitabilmente comportato un radicale cambio nel metodo di lavorazione artigianale e nell’utilizzo di materiali di alta qualità, fattori necessari per continuare a seguire con la necessaria cura i tradizionali clienti aftermarket. In definitiva, avrebbe comportato la perdita di identità, che tuttora rimane il valore aggiunto dei prodotti Supersprint. Al tempo stesso il reparto tecnico prende una strada ben precisa: puntare su modelli di automobili di un certo livello, in modo tale da poter dedicare a ciascun modello il tempo necessario allo studio e allo sviluppo di nuovi apparati, con verifiche al banco prova e su strada, così da poter ottenere uno standard elevato del prodotto finale in tutte le sue componenti.
Patrimonio inestimabile
Nonostante ciò, nei settant’anni di attività i tecnici Supersprint hanno completato un catalogo che conta circa 90.000 applicazioni, conservando con cura la maggior parte delle dime originali per poterle riprodurre fedelmente. Davvero un patrimonio inestimabile, perché ciò consente di accompagnare ciascuna applicazione prodotta con certificato di storicità. Un indubbio valore aggiunto con cui dotare la propria automobile al momento di un restauro oppure nel corso della manutenzione.
L’importanza dei materiali
Anche perché, a partire dagli anni 2000, i prodotti Supersprint sono interamente realizzati in acciaio inossidabile AISI 304, che oltre a regalare un colpo d’occhio da urlo possono vantare una durata pressoché eterna. Inoltre, grazie al livello qualitativo di questo materiale in termini di resistenza, si possono utilizzare spessori di lamiera inferiore, a tutto vantaggio della leggerezza.
Tradizione e innovazione
Supersprint ha sempre investito molto per il reparto Ricerca e sviluppo, sia a livello umano sia dotandosi di strumenti e macchinari di ultima generazione. Uno dei passaggi fondamentali nell’elaborazione del prototipo è quello del tavolo cartesiano: nel computer collegato vengono inseriti i dati precedentemente elaborati nella fase di studio e una struttura mobile “copia” il layout del tubo da riprodurre. La lettura dei punti centrali di ogni direttrice serve a fornire alla macchina curvatubi, di ultimissima generazione con possibilità di operare anche su spessori importanti, le coordinate cartesiane di ciascun centro. Ma dato che durante la curvatura l’acciaio subisce una variazione dei gradi di angolazione, diventa importante verificare con il tubo i dati reali in modo tale da apportare le correzioni per compensare globalmente le variazioni che si verificano durante le lavorazioni. Questa è una fase in cui rimane determinante l’apporto del tecnico, che può avvalersi anche di appositi sistemi di simulazione. Altrettanto importante è la successiva fase del taglio dei tubi per la preparazione delle parti che poi andranno a comporre il dispositivo di scarico, con la misura e l’angolazione perfetta in funzione della tipologia del particolare.
Il tocco finale è quello della saldatura tra i vari elementi. Lavorazione che in Supersprint viene ancora eseguita manualmente, tanto che c’è un’autentica “caccia all’uomo” per trovare personale specializzato. Anche in questo caso, pur restando la manualità tipicamente artigianale della lavorazione, la tecnica di saldatura si è evoluta, passando dalla tradizionale saldatura a cannello degli anni ‘60 a quella a Mig, la classica torcia, fino all’utilizzo del TIG per determinati prodotti come i downpipe oppure impianti per vetture di un certo livello, dato che questo sistema offre anche un risultato estetico migliore.
Musica maestro!
Nella realizzazione di uno scarico con caratteristiche sportive i tecnici Supersprint puntano ad ottimizzare ogni aspetto: dal layout visibile esternamente a quello interno ai silenziatori, fino al sound. La filosofia dei tecnici mantovani è quella di disegnare il layout interno dei dei silenziatori in modo tale che il flusso dei gas sia più diretto possibile, così come all’occorrenza vengono studiate apposite flange: la classica conformazione dei silenziatori Supersprint è composta da un tubo interno forato passante, avvolto da un primo strato sottile di lana di acciaio e da uno strato esterno di lana di roccia (basalto). Quella sorta di tessuto inox che avvolge il tubo, a spirale, garantisce tenuta evitando che la lana di roccia, che riempie il silenziatore, venga “aspirata” dalla depressione creata dal flusso. Infatti, pur svolgendo il ruolo di barriera fisica, la lana inox lascia passare le onde sonore consentendo di creare il sound voluto dai tecnici, ma soprattutto dagli appassionati!
Accelarazione tricolore
Storicamente le quote di mercato Supersprint sono sempre state sbilanciate verso i mercati esteri. Percentuale che negli ultimi anni sta variando sensibilmente anche a favore del mercato nazionale, anche grazie alla collaborazione con RPM Racing Parts di Lainate in qualità di esclusivista per l’Italia e, conseguentemente, alla maggiore presenza dell’azienda a fiere ed esposizioni dove appassionati e addetti ai lavori possono verificare direttamente il livello qualitativo del prodotto.
Sul territorio italiano i prodotti Supersprint sono distribuiti in esclusiva da RPM Racing Parts di Lainate: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..