La seconda tripletta della stagione si conclude in un’altra pista classica della Formula 1, quella di Barcellona-Catalogna, sede dal 1991 del Gran Premio di Spagna. È uno degli appuntamenti più attesi perché si svolge su una delle piste più complete dal punto di vista tecnico. Non è un caso che uno dei luoghi comuni più usati legati a questa pista è che chi va forte qui va forte ovunque.

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La tappa spagnola vedrà l’entrata in vigore di una nuova direttiva tecnica della FIA sulla flessibilità delle ali che, secondo alcuni esperti, potrebbe anche avere un effetto sulle prestazioni delle monoposto. Inoltre, Barcellona è spesso la pista dove le squadre introducono importanti aggiornamenti tecnici, proprio per metterli alla prova su un tracciato così esigente.

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Il layout del tracciato – con curve da alta, media e bassa velocità e il lungo rettilineo d’arrivo – è un impegnativo banco di prova per le monoposto nonché una delle piste sulle quali i sorpassi sono più difficili. Data la vicinanza del mare, i cambi di direzione del vento sono un elemento con cui fare i conti perché possono avere un forte impatto sul bilanciamento delle vetture, che qui adottano una configurazione aerodinamica da medio-alto carico. Le zone DRS sono come sempre due: quella sul rettilineo principale, che porta alla prima esse, e quella dopo curva 9, sul rettilineo di ritorno che permette di tentare il sorpasso alla 10. Oltre ai due rettilinei, è possibile tentare un attacco anche in curva 5, preparando molto bene la manovra. Il tracciato negli ultimi anni ha subito diversi cambiamenti significativi: nel 2021, le curve 10 e 11 sono state rimodellate in un lungo tornante, che ha riportato il layout del circuito simile a quello originale del 1991, mentre nel 2023 la poco amata chicane finale – una spina nel fianco di piloti e vetture, che premiava le monoposto con maggiore trazione – è stata eliminata e la pista è ritornata alla sua configurazione iniziale, con due curvoni conclusivi molto veloci che lanciano a tutta velocità sul rettilineo di partenza. Il circuito attuale è lungo 4,657 km e comprende 14 curve, otto a destra e sei a sinistra; quelle che generano il livello di carico aerodinamico più alto sono la 3 e la 9, entrambe a destra.

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Così com’è sfidante per le vetture, il circuito lo è anche per gli pneumatici. Dopo due appuntamenti consecutivi con la terna più morbida della gamma 2025, come tradizione, Pirelli ha selezionato per questo appuntamento quella più dura, con la C1 come Hard, la C2 come Medium e la C3 come Soft. Le tre mescole sono state rinnovate rispetto allo scorso anno, in particolare la C2, rendendole più equidistanti fra loro in termini di prestazione: ciò potrebbe portare a privilegiare Medium e Soft in gara. Le forze esercitate sulle gomme sono medio-alte, visto che sono sollecitate da diverse curve veloci, come la terza e le ultime due, entrambe a destra. L’angolo più stressato è l’anteriore sinistro, considerato che ci sono più curve destrorse.

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Sebbene il Circuit de Barcelona-Catalunya non sia più la sede più usata per i test delle squadre – stante la sostanziale eliminazione delle prove durante la stagione e la forte riduzione di quelle precampionato – rimane un banco di prova molto importante. Infatti, Pirelli ha scelto di provare qui per la terza volta (la prima nel settembre 2024 e la seconda nel gennaio scorso) per sviluppare la gamma di pneumatici per la prossima stagione: l’appuntamento è per martedì 3 e mercoledì 4 giugno, quando saranno impegnati i piloti di Mercedes (entrambi i giorni), Racing Bulls (martedì) e Red Bull (mercoledì).

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La misurazione del livello di aderenza degli pneumatici delle monoposto di Formula 1, così come di tutte le vetture da corsa in generale, è un fattore chiave nella preparazione di un evento, sia per i concorrenti che per il fornitore di gomme, tanto in termini di prestazione quanto in termini di degrado. All’inizio di ogni fine settimana di gara, Pirelli effettua dei rilievi sulla superficie della pista, che vengono integrati con il modello di simulazione, contribuendo così anche a svilupparlo e a renderlo sempre più preciso. I tecnici acquisiscono le foto tridimensionali dei punti più rappresentativi di ogni tracciato – operazione ripetuta ogni anno in modo da acquisire la storicità – che consentono di analizzare lo stato dell’asfalto e di stabilirne micro e macrorugosità.

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La prima misura il livello di ruvidità delle singole componenti dell’aggregato di granuli di pietra che compone il manto superficiale: se è alta, significa che i granuli sono molto ruvidi, se è bassa sono molto lisci. La seconda descrive l’insieme delle irregolarità visibili e percepibili al tatto sulla superficie dell’asfalto, come piccoli dossi, avvallamenti o ondulazioni, generalmente dell’ordine di millimetri o centimetri. Una macrorugosità elevata indica che sono presenti spazi importanti fra i granuli di pietra, influendo sulla capacità del pneumatico di aderire al terreno, mentre una bassa denota una superficie particolarmente liscia.

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Il Gran Premio di Spagna giunge alla sua cinquantacinquesima edizione. Prima di trovare la sua casa al Circuit de Barcelona-Catalunya, altri quattro tracciati avevano ospitato questa gara, di cui due cittadini proprio all’interno della città catalana: quello di Pedralbes, dove si corse nel 1951 e nel 1954, e quello del Parco del Montjuic, che lo ha ospitato negli anni dispari fra il 1969 e il 1975. Il Gran Premio si è disputato anche all’autodromo di Jarama, alle porte di Madrid, nel 1968, 1970, 1972, dal 1976 al 1979 e nel 1981 e a quello di Jerez de la Frontera, in Andalusia, dal 1986 al 1990. La Spagna ha ospitato anche sette edizioni del Gran Premio d’Europa: due a Jerez (1994 e 1997) e cinque sul tracciato cittadino di Valencia (dal 2008 al 2012).

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Michael Schumacher e Lewis Hamilton sono i piloti che hanno ottenuto più successi (sei ciascuno) nel Gran Premio di Spagna: grazie alla vittoria a Jerez nel 1994 il tedesco è quello con più vittorie in territorio spagnolo. Schumacher è primo come numero di pole position (7) davanti ad Hamilton (6) mentre i due sono al comando della classifica dei piazzamenti sul podio con 12 a testa. Fra le squadre, la Ferrari ha vinto 12 volte questa gara, cui vanno aggiunti due successi nel Gran Premio d’Europa a Valencia. La squadra di Maranello è prima anche in termini di pole position (14) e di piazzamenti sul podio (38).

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Il programma prevede le prime due sessioni di prove libere venerdì, alle ore 13.30 e 17.00, mentre al sabato le qualifiche andranno in scena alle 16.00, precedute dalla terza e ultima sessione di libere alle 12.30. Il Gran Premio di Spagna prenderà il via alle 15.00 di domenica, con 66 giri da percorrere pari a 307,236 km.

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