A questo punto ha ragione Guenter Steiner, ovvero se devi scommettere su qualcuno campione del mondo al volante di una McLaren, meglio giocarsela con Oscar Piastri, perché l’italo australiano non ha sbagliato un colpo, sempre freddo, preciso, chirurgico e attento alla gestione della macchina. Al contrario Norris sbaglia la posizione in griglia e si becca 5 secondi di penalità, pasticcia nei sorpassi e perde tempo nella rimonta, ma nonostante tutto risale fino al terzo posto alle spalle di Russell che fa il suo compitino e non sbaglia niente.

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Di Paolo Ciccarone –  RMC Motori

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Ma andando con ordine, meglio partire dalle certezze, ovvero ha vinto Oscar Piastri con la McLaren dopo essere partito dalla pole position. Il giovane italo australiano (origini toscane) non ha sbagliato nulla, ha corso da consumato maestro, ha controllato la gara e non ha mostrato alcuna debolezza. L’altra certezza è che la McLaren al momento è la miglior monoposto ma i ritmi imposti da Piastri non fanno capire quanto margine ci sia, al contrario la rimonta di Norris, terzo al traguardo, dopo una partenza disastrosa per aver sbagliato la posizione in griglia, ma fantastica in pratica perché aveva recuperato tre posizioni di botto, ha mostrato che, pur finendo in fondo, per la penalizzazione subita per l’errore in griglia, ha potuto risalire fino al podio. Quindi una McLaren veloce, un Piastri perfetto e un Norris capace di risalire.

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E qui finiscono le certezze, perché il secondo posto di Russell con la Mercedes è stato segnato da una serie di problemi di varia natura. Dal cruscotto che si spegneva, al DRS azionato quando non avrebbe potuto e da qui l’attesa, nel dopo gara, per il verdetto dei commissari che devono decidere se penalizzare o meno l’inglese. La decisione arriva un paio d’ore abbondanti dopo la bandiera a scacchi: niente penalizzazione, perciò classifica confermata, perché secondo quanto ricostruito dalla telemetria il Drs è stato attivato per una distanza di 37 metri su un rettilineo di circa 700 metri, tra la curva 10 e la curva 11, portandogli un guadagno di prestazioni di 0"02, ampiamente compensati da una perdita successiva di 0"28.

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Al solito le decisioni vengono prese in ritardo e quello che è stato il podio festeggiato vale solo per il vincitore. Detto ciò, la Ferrari ha rimediato in gara una situazione difficile dalla qualifica. Leclerc è partito in prima fila dopo aver recuperato per la penalità a Russell, ma la prima fila è svanita abbastanza presto, il tempo di un paio di curve e gli altri se ne erano andati. Colpa delle gomme medie montate mentre gli altri avevano le morbide più veloci.

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Hamilton per tutta la prima parte di gara non si è schiodato dalla nona, decima posizione, salvo poi risalire dopo il pit stop e la safety car per rimuovere dei detriti in pista. Da quel momento in poi la Ferrari è sembrata un’altra: Leclerc e Hamilton velocissimi, in testa alla gara a un certo punto, poi dopo la safety car una strategia meno conservativa (gomme dure mentre Mercedes era sulle morbide e McLaren con le medie) avrebbe potuto dare di più.

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Parlando di certezze, c’è che Norris al momento incappa sempre in qualche problema, o sbagliando la qualifica, o sbagliando la posizione al via o sbagliando i momenti di un sorpasso. Al contrario Piastri non sbaglia niente e fra i due, forse conviene puntare sul ragazzino. Perché la McLaren in aria pulita va da scheggia, se è nel gruppo fatica a superare. La Ferrari, per contro, è un rebus perché a un certo punto viaggiava più veloce di tutti, poi sul finire. Piastri mollava quasi un secondo al giro a tutti gli altri.

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Red Bull, per contro, inesistente rispetto a sette giorni fa in Giappone, con Verstappen sesto e Tsunoda nono è stata l’ombra di Suzuka, segno che in quanto a dubbi e poca chiarezza, pure da quelle parti c’è poco da stare allegri. Vedremo a Jedda fra sette giorni se quanto visto finora subirà variazioni o meno.

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Foto by Pirelli