SuperMax ci mette una pezza e porta a casa una vittoria insperata, diventando così anche il primo pilota a completare il poker di vittorie consecutive sul selettivo circuito di Suzuka. Chi pensava che la pole del sabato fosse un fuoco di paglia per Verstappen, è stato smentito dal modo perentorio in cui l’olandese ha preso il comando alla prima curva e ha controllato Norris e Piastri, attaccati in scia per tutto il GP, senza perdere un colpo. Ottimo davvero in casa Honda all’addio con la Red Bull a fine stagione.
Di Paolo Ciccarone – RMC Motori
Terza gara, terza pista diversa dopo Australia e Cina, ma stessi problemi per la Ferrari. Quarto Leclerc, settimo Hamilton, ma mai in grado di lottare con quelli davanti, anzi a parità di gomma si è visto che manca il passo. Vasseur si è giustificato dicendo che la macchina è ancora da capire (come se gli altri avessero già capito tutto). Perché devono trovare l’altezza giusta da terra (come se gli altri avessero già tutto fatto), capire meglio il bilanciamento prima di fare le modifiche. Ovvero, non sappiamo come gestirla e quindi inutile intervenire se non abbiamo capito come. Sembra il mantra di Binotto, perculato all’inverosimile pure da Crozza, ma è la costante della Ferrari. Un altro dato importante: dopo il cambio gomme, Leclerc con le dure era a parità di strategia di Piastri. Ebbene, si è preso subito il pagone con distacchi di oltre mezzo secondo al giro. Il lato positivo? L’anno scorso era arrivato a 20 secondi dal primo, adesso a 16. Solo che l’anno scorso qualcuno magari ha spinto di più rispetto a quest’anno, ma intanto il dato va bene per il club dei tifosi.
Secondo spunto: Hamilton non è mai stato in grado di passare Antonelli con la Mercedes. Dopo il pit stop il bolognese ha messo le gomme dure, Hamilton le morbide. Risultato, con gomme più veloci il pilota della Ferrari si è beccato un bel distacco dal bolognese. E quindi la considerazione è che cambi le gomme, cambi la strategie, ma dietro sei e dietro rimani. Un peccato perché a Maranello e i corifei dei cortigiani continuano a ripeterci che il potenziale c’è. Noi lo speriamo, perché una Ferrari che vince fa bene alla F1, fa bene all’ambiente e fa bene ai piloti. Quindi non ci resta che aspettare e sperare che finalmente questa matassa ritrovi il suo bandolo e da quarta forza del mondiale si possa tornare al vertice. Mancano ancora 19 gare, si può fare. In Bahrain ci sarà la penultima spiaggia rossa. Perché come nella politica italiana, anche a Maranello vale il pentultimatum, perché una via di fuga è sempre aperta. Forza Ferrari, abbiamo bisogno di vederti al vertice!
Intanto qualche riflessione. Verstappen, dopo la pole, ha vinto imponendo un ritmo decente, non esaltante, ma sufficiente a tenere a bada Norris, che dopo il pit stop ci ha provato tentando un sorpasso nell’erba all’uscita box. Poi il nulla. Con Piastri che con la seconda McLaren ne aveva di più, ma la squadra gli ha impedito di superare il compagno e quindi meglio conservare le posizioni invece che rischiare danni. In classifica Norris ha un punto su Verstappen e domenica prossima si corre in Bahrain dove vedremo la Ferrari dei proclami.
Infine, una nota per Kimi Antonelli. E’ stato al comando del GP (e non si vedeva da anni un italiano là davanti), ha segnato il giro più veloce (e non succedeva da anni per un italiano), è stato il più giovane pilota di sempre a comandare un GP. Adesso manca la prima vittoria e la speranza è che dopo il GP Malesia del 2006 (vincitore Fisichella) anche questo digiuno possa finire. Bravo Kimi, senza dubbio.
Foto by Pirelli