Il GT World Challenge non ha tradito le aspettative e sulla pista di Monza, nel secondo round stagionale, con 59 vetture in pista ha regalato grande spettacolo al pubblico delle grandi occasioni, con 40 mila appassionati presenti. Allo scoccare delle tre accesissime ore di gara la prima a passare sotto la bandiera a scacchi è stata la scenografica Mercedes-AMG #48 “Mamba” del Team Mann-Filter Winward Racing, condotta dall’equipaggio composto dal pilota di casa Matteo Cairoli, Maro Engel e Lucas Auer. Oltre ad aver regalato alla casa tedesca la prima vittoria assoluta nella Endurance Cup a Monza, dove il GT World è presente dal 2011, Cairoli si è fatto un super regalo nel giorno del suo 29.mo compleanno. Il forte pilota comasco ci racconta come si è concretizzata una vittoria difficile da ipotizzare alla vigilia e come si guida la GT della Stella, portandoci anche a fare un adrenalissimo giro del circuito di Monza. GUARDA IL VIDEO!.

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Per il tuo compleanno non potevi aspettarti un regalo migliore...

“Si. Ci tenevo tanto fin dall’inizio dell’anno, perché sapevo che la gara di Monza sarebbe caduta proprio nel giorno del mio compleanno; quindi, ci tenevo doppiamente a fare bene. Sono in una situazione molto buona, con il team ed i compagni di squadra mi trovo molto bene. Sono super professionali e riesco a imparare tanto velocemente, quindi è un plus non indifferente. Sono molto contento di far parte di questo gruppo”.

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La Mercedes a Monza è andata particolarmente bene, dato che per gran parte della gara avete condiviso le prime posizioni con un’altra macchina della Stella, te l’aspettavi?

“La Mercedes è una macchina molto competitiva su tutti i circuiti, però considerando che nella prima gara al Paul Ricard pagavamo abbastanza in velocità massima, sinceramente avevo qualche dubbio alla vigilia di Monza. Anche se il pacchetto che avevamo tra velocità e percorrenza era buono. Onestamente non pensavo potessimo giocarcela per la vittoria; certamente non temevo fossimo “dispersi” ma se me l’avessi chiesto prima del weekend avrei risposto intorno al 4° o 5° posto. Invece fin dalle prove libere l’aspettativa è subito migliorata”.

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Peraltro, il tuo stint è stato decisivo?

“Direi non tanto il mio stint in particolare. Quanto il momento giusto che abbiamo azzeccato per il pit stop. Perché con 60 macchine in pista è un attimo trovarsi nel posto sbagliato in mezzo al traffico. A noi non è successo, ad altri si – ammette molto correttamente Cairoli -. Quindi abbiamo avuto un bel vantaggio dal pit stop perché, quando sono salito in macchina mi sono trovato pista libera davanti e ho potuto spingere. E’ stata una chiamata giusta del team. Anche un pizzico di fortuna che non guasta mai, ma soprattutto una strategia azzeccata”.

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Negli ultimi tre anni hai guidato tre macchine molto diverse tra loro: Porsche, Lamborghini e ora Mercedes, fai un confronto tra queste e poi spiega come ti trovi con la Mercedes?

“Parto dalla Mercedes: ogni volta che salgo in macchina imparo qualcosa che faccio mio. La macchina è molto semplice da guidare ma altrettanto difficile da capire. Soprattutto per me, che vengo da Porsche e Lamborghini, non tanto per la differente posizione del motore, quanto perché per andare forte con la Porsche dovevi forzare tanto la guida e anche la Lamborghini richiedeva un notevole lavoro. Invece per andare forte con la Mercedes devi guidare quasi sotto il limite; è difficile da credere ma è la verità. Meno forzi e più vai forte. E credo che la mia guida si adatti bene allo stile della macchina, perché a me piace guidare pulito, senza muovere tanto il volante, così come richiede la Mercedes; perciò, mi trovo bene da questo punto di vista. L’unico punto sul quale sto ancora lavorando è la frenata, perché io sono abituato a tirare dei gran pestoni mentre la Mercedes non gradisce una frenata aggressiva”.

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Perciò a Monza come hai affrontato le classiche staccatone dello “Stradale”?

“Dipende da come le prepari. Il pedale della Mercedes non sembra molto racing; devi pompare prima di spingere, però più spingi e più diventa invasivo l’intervento dell’ABS, che complica le cose. Perciò ho dovuto cercare di non arrivare a questo limite”.

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La Ferrari non l’hai ancora guidata ma le vedi in pista, come ti pare e come mai a tuo avviso qui a Monza non ha brillato?  

“Credo che qui si siano un po’ “nascosti” per non rischiare di essere gravati a Spa. E’ un gioco che fanno un po’ tutti”.

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Hai introdotto la 24 Ore di Spa, che può essere senza dubbio considerato l’evento clou della stagione, come siete messi in vista di quella impegnativa gara?

“Direi che c’è tutto il potenziale per fare bene: il team è super professionale e ha un sacco di esperienza sulla la macchina, noi siamo ben affiatati. Spero sia l’anno buono. Ci sono arrivato vicino nel 2020 con la Porsche, quest’anno sarebbe bello potersela giocare fino in fondo. Credo che possiamo fare bene se non intervengono problemi indipendenti da noi”.

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E alla vostra macchina certamente non manca la grinta che evidenzia con la scenografica livrea?

“Peraltro a Spa dovremmo avere una livrea particolare, che si illumina di notte, quindi…”.

Spettacolo!   

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