Che dire? Dopo quanto visto in gara, nel Miami Gran Prix, c’è ben poco da aggiungere. Al momento Max Verstappen, che ieri ha firmato la sua 38.ma vittoria, e la sua Red Bull stanno facendo, come si suol dire, un altro sport.

Di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca

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Scattato dalla nona casella, per un suo precedente errore ma soprattutto per la bandiera rossa innescata dal crash di Leclerc, l’olandese volante in men che non si dica ha scavalcato tutti quelli che lo precedevano e al 20.mo giro, complice il pit di Perez per cambio gomme, prendeva la testa della corsa. In soli 13 giri portava il suo vantaggio a 18” secondi, che però non bastavano a garantirgli la leadership in occasione del pit stop. Tuttavia, rientrato alle spalle del suo compagno se ne liberava in modo a dir poco imbarazzante in meno di due giri, correndo in solitaria verso la bandiera a scacchi ch tagliava non prima di aver fatto segnare il definitivo giro veloce all’ultimo passaggio!

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Contro un ruolino di marcia così, da autentico schiacciasassi, ben poco hanno potuto fare tutti gli altri. L’unico che può essere moderatamente soddisfatto della propria gara, e del terzo gradino del podio, dato che non guida una Red Bull, è Fernando Alonso anche se staccato di 26”. Ma obbiettivamente, pur con una Aston Martin in crescita più delle altre squadre, il campione spagnolo non poteva fare. Del resto, basta guardare dov’è finito il suo giovane compagno di squadra Lance Stroll, nonché figlio del padrone: 12° a più di un minuto!

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Di conseguenza, se anche l’Aston Martin, ormai salita a seconda forza nella Classifica Costruttori, può essere moderatamente soddisfatta, per le altre squadre, soprattutto quelle aspiranti al vertice, è stata una disfatta. Parliamo, ovviamente, di Mercedes e Ferrari, che si sono spartite le posizioni immediatamente sotto al podio. George Russell, quarto al termine di una gara da regolarista, non ha mai nemmeno lontanamente sperare di impensierire neppure Alonso. Sainz, alle sue spalle, ci ha provato venendo “matato”, oltre a complicarsi la vita da solo per la penalizzazione rimediata nel garibaldino rientro ai box.

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Ancora peggio Hamilton e Leclerc, giunti nell’ordine dopo una faticosa rimonta rispettivamente dalla 13.ma e ottava casella, il ferrarista dopo un doppio incontro ravvicinato con le barriere che certamente non giovano alla serenità e al morale.

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I piloti di entrambe le squadre sperano ora nelle evoluzioni promesse dai rispettivi team manager per i prossimi appuntamenti, Imola o al più tardi Barcellona. Basteranno?

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Lo vedremo, forse, tra quindici giorni in quel di Imola, dov’è in programma il sesto round stagionale.

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(Foto by Pirelli)