Ogni anno, quando arriva l’autunno, si sprecano le raccomandazioni su come proteggere al meglio la cara quattro ruote classica prima di lasciarla al “letargo” invernale. Evidentemente il Signor Heiner Oberrauch, imprenditore del ramo abbigliamento, deve aver preso la cosa molto sul serio, tanto da far realizzare per la propria Fiat 500 “Topolino” un elegante e caldo cappotto su misura.
Di Eugenio Mosca
Scherzi a parte, la persona in questione è un appassionato che aveva acquistato la vettura, una delle ultime costruite ma immatricolata nel 1957, perché del suo stesso anno di nascita che, guarda caso, coincide anche con quello di inizio attività dell’azienda Oberrauch-Zitt AG. Così a inizio 2007, in previsione dei festeggiamenti per i 50 anni di attività dell’azienda di Bolzano, al Sig. Oberrauch venne l’idea di celebrare questo anniversario rivestendo, sia esternamente che internamente, la “Topolino” con il tessuto del classico Loden, che ha contribuito in misura fondamentale a rendere famosa l’azienda. Così, dopo esserci imbattuti casualmente in questa “Topolino” con il cappotto, che fa bella mostra di sé all’interno dell’esposizione presso la fabbrica Lodenwelt di Vandoies (BZ), abbiamo voluto saperne di più sulle tutt’altro che semplici fasi di lavorazione eseguite dallo specialista Stefan Widmann per confezionare un risultato così elegante.
Evoluzione della specie
La Topolino C, ufficialmente “500 C” prodotta a partire dal 1949 fino al 1955, rappresentava l’evoluzione del precedente modello B, ma da questo si staccava completamente a livello estetico, con il frontale più piatto con i fari incassati nei parafanghi mentre dal posteriore scompariva la classica ruota di scorta a vista. Per unificare la produzione, la versione “Berlina trasformabile” divenne il modello di serie, mentre la versione con tetto in lamiera era disponibile a richiesta. Il telaio restava fondamentalmente lo stesso, a doppio trave in lamiera stampata con mensole esterne per il fissaggio della carrozzeria, così come le sospensioni, anteriori a ruote indipendenti, con molla trasversale a balestra e ammortizzatori idraulici, mentre al posteriore era ad assale rigido, con molle a mezza balestra longitudinali abbinate ad ammortizzatori idraulici con l’aggiunta di una barra stabilizzatrice. La novità tecnica più rilevante riguardava l’adozione della testata in alluminio invece di quella in ghisa della versione B, per il resto il quattro cilindri di 569 cc (alesaggio per corsa 52x69 mm) accreditato di 16,5 CV, per una velocità massima di 95 km/h, restava lo stesso progettato da Dante Giacosa con tutti i limiti di economia imposti al progetto. Infatti per restare entro questi stretti limiti, il grande tecnico romano (di nascita, naturalizzato torinese) introdusse innovazioni tese a risparmiare peso e costi: ad esempio, il radiatore ero posto sopra il motore in modo tale da risparmiare la pompa dell’acqua sfruttando il principio secondo il quale l’acqua calda va in alto e quella fredda in basso, come avviene nella circolazione dei termosifoni, così come l’alimentazione avveniva per gravità eliminando la pompa della benzina, mentre la lubrificazione avveniva tramite una rudimentale pompa dell’olio che aveva la funzione di mandata, quindi il lubrificante veniva distribuito ai vari organi meccanici tramite il movimento degli stessi. Gli autotelai della Topolino furono utilizzati da molti carrozzieri italiani e stranieri per realizzare versioni speciali di tipo sportivo, commerciale o da competizione, tra cui spiccano le Siata, Giannini 750 Sport e Zagato 750, così come nonostante la semplicità venne utilizzato il motore, opportunamente preparato.
Trattamento della pelle
Dopo varie ricerche il lavoro di “alta sartoria” è stato affidato allo specialista Stefan Widmann, che che nel suo atelier di Viums (www.widmann.bz) si occupa di restauri e personalizzazioni di interni in pelle e tessuti. L’intervento ha propiziato anche il parziale restauro della vettura, dato che non si tratta di un manichino da esposizione ma di un’auto funzionante a tutti gli effetti.
La Fiat 500 C è stata smontata, con la collaborazione di un meccanico che poi si è occupato di rigenerare alcune parti meccaniche ed accessori oltre all’impianto elettrico, asportando i parafanghi anteriori e posteriori, cofano motore e la parte frontale di carrozzeria, lavorate separatamente, così come i paraurti, i gruppi ottici, il meccanismo della capote apribile e tutte le parti interne, lasciando il telaio portante con il motore e le parti meccaniche.
Lo strato di vernice è stato carteggiato manualmente, con vari passaggi di carta abrasiva di grana diversa, intervenendo più profondamente in alcuni punti che presentavano un accenno di “fioritura” di ruggine, asportando le parti intaccate dalla corrosione poi stuccate e lisciate con vari passaggi di carta abrasiva. Infine, tutte le superfici della carrozzeria sono state lisciate a livello generale con vari passaggi di carta abrasiva, fino alla grana 800, in modo tale da rendere uniformi e lisce le superfici sulle quali modellare il tessuto. Lo stesso è stato fatto per le aree all’interno dell’abitacolo.
Alta “sartoria”
Dopo avere accuratamente ripulito, prima con aria compressa e poi con un prodotto antisiliconico, tutte le superfici, su queste è stato steso un fondo protettivo. Quindi sia sul corpo centrale sia, separatamente, sulle varie parti di carrozzeria smontate è stata stesa la stoffa per valutare in quali aree sarebbe stato possibile farla aderire semplicemente modellandola oppure dove, in presenza delle pieghe o angoli più accentuati come la griglia anteriore, sarebbe stato necessario operare con tagli e cuciture.
Di conseguenza la stoffa, asportata, è stata tagliata nelle forme e dimensioni adeguate per procedere con la modellatura sulle parti corrozzeria. A questo punto, sulle superfici da rivestire è stata man mano steso un leggero strato di colla, a spruzzo nelle aree più ampie mentre vicino agli angoli si è operato con un pennellino, facendo aderire perfettamente la stoffa, con il contrasto dei colori verde e grigio.
Va segnalato che trattandosi di tessuto classico in lana “Merino”, questo non è stato in alcun modo trattato per essere modellato, mantenendo a confezionamento ultimato le caratteristiche originali sia alla vista che al tatto.
Per ottenere un risultato simile, uniforme e privo di qualsiasi smagliatura o piega, Stefan Widmann ha dovuto mettere in gioco tutta la sua manualità ed esperienza.
Per le parti interne, invece, è stata incollato il tessuto di colore verde alla base del pavimento, poi ricoperto con eleganti tappetini a contrasto, e dei fianchetti, mentre i pannelli portiere e la plancia sono state rivestite con tessuto bicolore.
I sedili originali, la cui intelaiatura è stata ricondizionata, sono stati rivestiti ex novo con la stessa tipologia di tessuto.
Anche per la cappottina ripiegabile è stata ripristinata l’intelaiatura originale, sabbiata e rivernicita, mentre il telo è realizzato in tessuto Loden.
I cerchi ruota sono stati sabbiati e riverniciati a polvere, mentre la borchia centrale è stata rivestita di tessuto.
Ad assemblaggio terminato la Fiat 500 C con il suo cappotto nuovo si è avviata, sulle proprie ruote, verso il negozio attiguo al Museo del Loden, a Vandoies (BZ), dove posa in tutta la sua eleganza calamitando gli sguardi ammirati dei clienti, come è stato anche il nostro caso, senza però disdegnare di quando in quando qualche passeggiata.