Proprio mentre stiamo programmando il ritorno alla Targa Florio Classica ci è piovuta addosso l’autentica doccia gelata della scomparsa di Nino Vaccarella, il “Preside Volante” o il “Professore”, come mi piaceva chiamarlo. Una grande perdita. Del campione, certamente, ma soprattutto di una persona nobile. Un vero signore d’altri tempi. Mi mancherà molto non poterci parlare, bombardarlo di domande sui suoi grandi trascorsi ma soprattutto sugli aneddoti della “Cursa”. E non solo quelli strettamente sportivi. Ho avuto il privilegio di conoscerlo personalmente alla mia prima partecipazione alla Targa Classica, nel 2015, e da allora il rituale si è ripetuto: domande alle quali rispondeva sempre con garbo e senza ricamarci sopra come fanno di solito i piloti della domenica, d’altronde Lui non ne aveva certo bisogno dato che le gesta ed i suoi risultati sono scolpiti sui libri di storia del motosport e sugli albi d’oro, i saluti e le foto ricordo quando poi ci si ritrovava lungo il percorso. Finchè un giorno ricevetti un grande regalo: ci trovavamo ai mitici box di Cerda, dove il “Professore” arrivò su una fiammante Alfa Romeo C4 con la quale svolgeva il compito, ufficiale, di apripista. A me piaceva, invece, dire: di guida a tutti noi! Preso il coraggio a due mani, sfruttando un momento di pausa della gara, gli chiesi di accompagnarmi con quella vettura lungo il primo tratto del tracciato della Targa raccontando quello che provavano i “Cavalieri del Rischio” su quelle strade al volante dei potentissimi prototipi. Detto fatto. Purtroppo la tecnica non ci ha aiutato, perché l’onboard è venuto con un audio a dir poco tremendo, tanto è vero che a malincuore decisi di non postarlo. Ora invece suggerisco a tutti gli appassionati di armarsi di pazienza, alzare a manetta il volume e tendere le orecchie per ascoltare questa lezione di storia del “Professore”.