“Il GT”, come viene comunemente chiamato, è senza dubbio tra i modelli che ha fatto battere più forte il “cuore sportivo Alfa Romeo” dei tanti appassionati del Biscione. Per la sinuosità delle sue linee, che evocano immediatamente il DNA sportivo, abbinate a telaio e meccanica decisamente all’avanguardia per l’epoca, per un micidiale mix che ha fatto incetta di successi sportivi nel decennio a cavallo tra gli anni ‘60 e ‘70. Ma anche per il fatto di essere declinato in numerose versioni, da quelle di accesso fino alle top di gamma, in grado di soddisfare la richiesta di un’ampia platea di potenziali appassionati clienti.
Caratteristiche che sembravano tagliate su misura per scatenare la curiosità del giovane e appassionato nucleo attivo in Supersprint, azienda che nata nel 1955 si stava rapidamente guadagnando sempre maggiore spazio tra gli appassionati vogliosi di aggiungere sprint e sound alle proprie vetture. Insomma, è un po’ come se si fossero trovate le due metà della mela perfettamente combacianti. Detto fatto, i tecnici mantovani si mettono subito all’opera per confezionare su misura l’intera linea di scarico sportiva per la nuova Giulia Sprint GT 1600, ideale anche per le successive versioni del modello fino alla 1750 GT Veloce.
A dare il via al fortunato filone è, infatti, la Giulia Sprint GT, nata per sostituire la Giulia Sprint 1600, in pratica una Giulietta Sprint con motore 1.6 della Giulia Ti. La carrozzeria del nuovo modello, una filante coupé sportiva 2+2 opera di un giovanissimo Giorgetto Giugiaro all'epoca in forze alla Bertone, era montata sul pianale della Giulia Ti berlina con passo accorciato da 2.510 a 2.350 mm.
Il curioso "scalino" anteriore, che diventerà un segno distintivo tale da definire il modello presso gli appassionati e che caratterizzava tutte le versioni prodotte fino al 1968 e parte di quelle fino al 1971, era dovuto ad un ripensamento tra l'approvazione del disegno e la messa in produzione dell'auto: originariamente doveva essere una presa d'aria, poi abolita per contenere i costi. Come detto, la Giulia GT fu declinata in diverse versioni: Sprint GT, GT Junior, GTC, GTA, e GT Veloce.
L'Alfa Romeo Giulia Sprint GT, presentata ufficialmente al Salone di Francoforte 1963, montava il bialbero 4 cilindri di 1.570 cc derivato dalla berlina TI e potenziato a 106 CV, per una velocità massima di 180 km/h, grazie all’adozione di due carburatori doppio corpo Weber e differenti fasature, abbinato ad un cambio a 5 marce. Anche le sospensioni, anteriori a ruote indipendenti e ponte posteriore con puntoni longitudinali, ed i freni a disco Dunlop sulle quattro ruote. Due anni dopo arriva l’evoluzione Sprint GT Veloce, riconoscibile per i tre profili cromati sulla calandra, con il bialbero sempre di 1.570 cc potenziato a 109 CV, che spinge la vettura fino a 187 km/h.
Nel 1967 la gamma fa un netto salto in avanti con la 1750 GT Veloce, che grazie al motore della 1750 berlina vede la potenza salire prima a 118 e con la seconda versione fino a 122 CV, superando il muro dei 190 km/h e vantando uno scatto 0-100 km/h in 10”. Questo modello oltre al nome Giulia perde il distintivo scalino anteriore, in compenso guadagna quattro fanali anteriori e gruppi ottici posteriori più grandi. Inoltre, la versione America dotata di iniezione meccanica Spica oltre ad alcune serie europee, fu la base da cui vennero derivate le GTAm che fecero incetta di successi nelle competizioni.
La linea completa di scarico Supersprint, ancora oggi realizzata a mano nelle forme originali così da non creare difficoltà di montaggio, parte dai collettori che si sviluppano con l’andamento 4-2-1, quindi vi sono ben tre opzioni disponibili: con doppio o singolo silenziatore centrale e, a richiesta per i più sportivi, il tubo libero finale senza silenziatore.
Grazie allo sviluppo dei collettori tubolari e alla particolare costruzione dei silenziatori Supersprint, che lasciano massima libertà al flusso dei gas di scarico, unitamente ad una adeguata regolazione della carburazione, oltre ad un sound che esalta ai massimi livelli il sound del bialbero milanese si ottiene un sensibile incremento della coppia con un’erogazione della potenza costante dai bassi regimi fino al picco di potenza massima.
Inoltre, tutti i componenti Supersprint sono realizzati in acciaio inox 304, che grazie alle proprie caratteristiche qualitative, oltre a garantire una durata pressoché illimitata offre anche un vantaggio di peso, dato l’utilizzo di lamiera di spessore inferiore. Peraltro, tutti i componenti stradali Supersprint, compresi i collettori, sono accompagnati da omologazione CEE per il rispetto delle regole del codice della strada.
Va infine sottolineato un ulteriore valore aggiunto che, nel momento di una sostituzione oppure del progetto di restauro di una vettura, potrebbe suggerire la scelta di un componente Supersprint, perché dato che l’azienda mantovana costruisce marmitte sportive dal lontano 1955, è dotato di certificato di storicità.
Sul territorio italiano i prodotti Supersprint sono distribuiti in esclusiva da RPM Racing Parts di Lainate: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..