Di Massimo Campi

Dopo 30 anni si realizza un sogno: la piccola monoposto costruita da Luigi e Sandro Corsini viene esposta nella Dallara Accademy come esempio di tecnica.  

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La storia della Corsini Corse, le monoposto dipinte di giallo che vincono le gare di Formula Fire e Formula Panda negli anni ’90, è una di quelle storie fatte soprattutto di grande passione per i motori. Una storia molto bella, purtroppo finita prematuramente e tragicamente male con la scomparsa di entrambi i personaggi che credevano nelle loro vetture.

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La Corsini Corse nasce per pura passione ai tempi della Formula 875 Monza, quando Luigi Corsini, appassionato di motori e pilota dilettante, lascia le gare fuoristrada con le due ruote per iniziare a divertirsi con le quattro. Ma Luigi è un valido artigiano, il suo lavoro è quello di realizzare impianti in PVC, ha grande dimestichezza con le mani, gli attrezzi e la meccanica e realizza la sua prima vettura con idee innovative. Poi costruisce anche una piccola F. Monza con il motore centrale invece che a sbalzo come era di consueto nella tecnica della categoria.

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Passano gli anni, Romolo Tavoni promuove la nuova Formula Panda nel 1983, ed anche in questa categoria c’è una Corsini. Rispetto alla F. Monza, la nuova categoria ha maggiore libertà tecnica e Luigi Corsini è pronto a realizzare le sue vetture rubando il tempo alla sera e durante i giorni di festa. Luigi Corsini crede subito nella nuova formula, abbandona definitivamente l’abitacolo delle sue realizzazioni ed aiutato dal fratello Primo inizia a costruire le prime monoposto per Meo Maestri e Ivan Valori. L’officina è in un piccolo scantinato in Brianza, a Misinto, per fare uscire le vetture dalla porta bisogna aspettare la notte, fare intervenire un po’ di amici che bloccano il traffico della via e con la forza delle braccia portano fuori la monoposto superando tre gradini davanti all’uscio. Il tutto sempre in una atmosfera di pura passione e di voglia di realizzare i propri sogni. In quell’officina ci bazzicano anche dei ragazzini, Sandro, il figlio di Primo che ha una quindicina di anni ed è attratto da quel mondo fatto di suoni, rumori e velocità, ed in seguito arriva anche Marcello, il figlio di Luigi, che è ancora un bambino piccolo ma gli piace già tanto giocare vedendo papà e zio mentre trafficano con le vetture da corsa che gli sembrano più belle della Formula Uno che vede alla televisione e sulle riviste di auto che trova in casa.

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In officina è arriva il nuovo aiuto: Sandro Corsini, figlio di Primo e nipote di Luigi. Tra i due è subito intesa, Sandro e Luigi, nipote e zio formano una coppia con la passione per i motori e la meccanica nelle vene. Intanto Sandro si è anche calato nell’abitacolo delle sue vetture: debutta in pista nel 1987, mettendosi al volante della sua monoposto F. Panda dopo avere fatto mille lavori su quele dei clienti. Sullo schieramento di partenza c’è accanto lo zio Luigi, il cugino Marcello guarda i due dalla terrazza dei box. “Impara a tenere giù il piede Sandrino!” sono le parole di Luigi. E Sandrino sfila via sulla gialla Corsini, dimostrando da subito di sapere guidare bene e andare forte, nonostante un motore non molto potente alle sue spalle. Ha il caso dipinto di giallo, come il suo grande idolo Ayrton Senna, il pilota dal piede pesante che inizia a vincere in F.1. I Corsini decidono di darsi una livrea: a Luigi piace il verde Lotus, a Sandro piace il giallo, questa volta vince il più giovane e da allora diventerà il colore ufficiale della Corsini Corse. Nel 1988 Sandro Corsini è al via con la F.Alfa Boxer, in seguito farà anche delle gare con la F.2000 e la F.3, ma è con le Corsini di F. Panda che arriveranno i migliori risultati della sua carriera.

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La grande svolta dell’attività arriva con la nuova Formula Fire, sempre voluta da Romolo Tavoni nel 1988, derivata dalla Formula Panda ma con il nuovo quattro cilindri della Fiat Uno senza preparazione. Luigi Corsini è pronto, la prima gara si disputa solo con due vetture, la Corsini di Roberto Pessina e La Tatuus di Ruggero Cerizza, con il pilota della Corsini che sale sul gradino più alto del podio. E’ l’inizio di una grande storia, Luigi Corsini capisce che ci può essere mercato per le sue vetture e si dedica anima e corpo alla costruzione. Come si suol dire “Il dado è tratto”. Dalla seconda gara scende in pista Marco Spiga con una seconda Corsini e arrivano nuovi piloti, alcuni inizialmente con le Corsini modificate, come Alessandro Molli. La categoria, nonostante il tentativo di boicottaggio iniziale diventa un successo e la Corsini Corse è tra i principali protagonisti che ne scriveranno la storia, con Marco Spiga che vince il primo campionato della nuova F. Fire.

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A dare una mano in officina, nelle tarde ore della giornata, arriva anche Gianluca Rainoldi, il suo compito iniziale è quello di mettere a punto i motori Fire, ben presto si rivelerà il più importante collaboratore ed una fondamentale pedina della squadra. L’esperienza di Gianluca diventa molto importante anche nella costruzione delle nuove vetture, nella logistica e gestione delle monoposto in pista e sarà lui “l’erede tecnico” dell’esperienza Corsini Corse.

Luigi e Sandro Corsini decidono di mettere in cantiere una nuova monoposto che diventerà un punto di riferimento per la F. Fire. La vettura nasce inizialmente per la F. Panda, che nel 1990 è ancora la categoria più importante tre le due formule gemelle. Sembra una piccola Formula tre, ed il telaio, in tubi quadri, è integrato nella carrozzeria in fibra di vetro che serve come ulteriore irrigidimento.

Marcello Corsini è ancora un ragazzino, quando vede la gialla monoposto e la confronta con le foto che appaiono delle nuove Formule tre, commentando: “ma papà, sembra una copia di una Dallara?”. Luigi lo guarda, ci pensa un po’ ed esclama: “vedi Marcello, io non ho potuto studiare ed ho imparato a lavorare guardando quello che facevano gli altri, cercando di capire perché lo stavano facendo. L’Ingegnere Dallara è uno bravo, le sue vetture vincono, hanno soluzioni tecniche all’avanguardia e ho capito la validità delle sue idee, molte di queste le ho applicate sulla nostra monoposto”.

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Sandro Corsini la porta al debutto, nonostante il solito motore recuperato, con poca potenza, la Corsini vola sfruttando le doti di tenuta di strada in curva. La vettura ha anche un profilo aerodinamico molto valido, è molto studiata nei particolari ma incontra difficoltà e dubbi in verifica. L’abitacolo è pannellato all’interno ma alcuni avversari fanno ricorso sospettando che la monoposto sia realizzata senza il telaio in tubi e con una struttura in fibra composita non permessa da regolamento. Per i commissari tecnici di Monza la monoposto è regolare, ma i problemi arrivano nelle gare fuori dall’Autodromo Lombardo, dove comunque la vettura è ammessa alle competizioni con risultati sub judice. A fine stagione arriva il verdetto dalla commissione tecnica dopo vari controlli: la Corsini ha il telaio in tubi metallici, la carrozzeria in fibra, (nel regolamento non è specificato il sistema di fissaggio) è incollata ed integrata nel suddetto telaio senza avere violato nessuna prescrizione tecnica del regolamento, quindi risulta perfettamente regolare e omologata. Per Luigi e Sandro Corsini è vittoria su tutti i fronti, molti team vogliono le vetture di Cesano Maderno e la Corsini Corse diventa una grande realtà nel mondo dei piccoli costruttori.

Il successo arriva con l’espandersi della F. Fire, che sostituisce completamente la F. Panda ed è molto apprezzata dai giovani piloti che la valutano un’ottima categoria addestrativa per iniziare a correre, ma anche da parecchi piloti non più giovani che possono dare sfogo alla loro passione correndo con budget ridotti su una monoposto. Negli anni successivi le vetture F. Fire ottengono buoni risultati e in totale di Corsini ne vengono costruite ventidue.

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Tutto sembra andare a gonfie vele, in Corsini vengono realizzate anche delle Alfa Boxer ed un prototipo per la F. Challenge, ma il 18 aprile 1993 Luigi viene a mancare stroncato da un male improvviso. L’attività della Corsini Corse, ora nelle mani del solo Sandro, continua senza sosta. Sandro porta a termine un lavoro di impostazione iniziato con Luigi per la costruzione della nuova Formula Fire denominata CLS (acronimo di Corsini Luigi Sandro) in onore del defunto zio Luigi. La vettura presenta soluzioni molto interessanti come il motore installato in modo semi-portante, la sospensione anteriore con mono-ammortizzatore simile alla Formula Europa Boxer ed una carrozzeria al limite minimo regolamentare. Sandro, con il successo riscosso della sua creatura e le molte richieste da parte dei vari team deve rinunciare all’attività di pilota, limitandosi ad entrare nell’abitacolo delle sue monoposto quando serve collaudare qualche nuova soluzione. È l’apice per la squadra corse di Cesano Maderno, fioccano le vittorie ed i campionati conquistati. Dopo il titolo Cadetti di Sandro Corsini nel 1990, e quello di F.Fire di Marco Spiga, seguono vari titoli in F. Fire. Nel 1991 Massimo Perego è primo nella classifica over 23 di F.Fire. Federico Dubbini è primo assoluto nel 1992, segue nel 1993 Emanuel De Luca, vincitore anche della classifica under 23 seguito da Elio Pittaluga che nel 1994 e 1995 domina la categoria con la vettura gestita dall’Oregon Team.

Sempre alla ricerca di nuovi stimoli, la Corsini Corse realizza anche una vettura per il nuovo Campionato Europeo di Formula Renault, ma la storia della squadra dipinta di giallo è destinata ad un triste epilogo. Nel 1998 si corre a Magione la “Pasqua del Pilota” con varie gare. La Corsini Corse è presente per assistere i vari clienti e Sandro Corsini decide di scendere in pista al volante di una sua vettura lasciata libera dal pilota titolare. Parte la gara, Corsini e Massimiliano Russomando, al volante di una Locatelli, sono in lotta; c’è un contatto in pieno rettilineo ad oltre 150 all’ora, una ruota della monoposto gialla finisce nell’erba ancora umida, ed esce fuori pista. La Corsini slitta nel prato, ed infine urta lateralmente un vecchio muretto in cemento senza nessuna protezione. Sandro Corsini picchia contro uno spigolo, dall’urto il casco si spacca, è la fine.

La storia della Corsini Corse si chiude tragicamente il 13 aprile 1998, lasciando un vuoto nell’ambiente e nel cuore di tutti gli appassionati che hanno avuto la fortuna di conoscere persone semplici, con una grande passione, inventiva e capacità tecnica nel costruire vetture innovative e vincenti.

Tutto sembra finito, ma c’è ancora Marcello Corsini che, nonostante le tragedie famigliari, ha anche lui il pallino della tecnica e della meccanica. Studia, si applica, fa un master e viene assunto in Dallara. Avventure tecniche in America, ed ora è uno dei responsabili dei vari progetti legati alle monoposto della massima formula all’interno della struttura di Varano de’ Melegari. Marcello insegue un sogno da tanti anni: possedere una monoposto Corsini realizzata dal Luigi e Sandro. La trova, la restaura, e quando l’Ingegnere Dallara viene a sapere della sua storia famigliare lo invita ad esporre la vettura nella Dallara Accademy, come esempio di costruzione di una piccola monoposto artigianale e vincente. Quella gialla Corsini entra per qualche giorno nella factory parmense, con Marcello che è invitato a spiegare quella storia fatta di passione agli amici ed ai colleghi.

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“E’ una bellissima monoposto – sono le parole dell’Ingegnere Giampaolo Dallara – sono orgoglioso che qualcuno, negli anni ’90, abbia ripreso alcune nostre soluzioni, rendendole vincenti come sulle nostre monoposto. Anche io, quando ero giovane, ed anche da ingegnere affermato, ho sempre guardato le soluzioni dei nostri avversari, cercando di capire quali fossero le più valide per poi magari applicarle sulle nostre vetture. Questa monoposto rende grande onore alla famiglia di Marcello Corsini, ma anche alla Dallara dimostrando che alcune soluzioni tecniche sono valide anche in scala ridotta e con una vettura semplice ma, allo stesso tempo, dalla costruzione raffinata.”

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Per quella squadra “Giallo Corsini” è come una laurea ad onorem, un apprezzamento ad un progetto che, ormai trent’anni fa, ha saputo rivoluzionare il modo di costruire quelle piccole formule addestrative.

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In aggiunta all’articolo dell’amico Massimo Campi va ricordato che dopo la chiusura della factory, a seguito del drammatico incidente di Sandro, le monoposto Corsini hanno continuato a correre privatamente nella Formula Junior. Negli anni si sono viste anche versioni dotate di appendici alari così come delle “Super Junior” con motorizzazioni motociclistiche Honda e Suzuki di 600 cc. Il Borbotta racing di Andrea Tosetti ha schierato due differenti versioni di Corsini. Anche nel Trofeo Siciliano di Formula Junior ci sono delle Corsini che competono con le altre vetture. Nonostante tutto il mito è ancora in pista …

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Immagini © Massimo Campi