Così come nella prima prova, a Daytona, anche a Sebring la gara si è risolta, dopo 12 ore, con una movimentata volata finale che ha consegnato la prima vittoria alla Acura beffando, ancora una volta, la Cadillac. Una vittoria conquistata, letteralmente, di forza da Luis Deletraz ai danni di Sebastien Bourdais.

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Infatti, come ha candidamente ammesso lo stesso pilota svizzero: “ho raggiunto Boudais, che notoriamente è un pilota duro da superare. Inizialmente non volevo correre troppi rischi, ma poi ho dovuto chiuderlo, perché mi sono detto, ora o mai più. Così c’è stato qualche inevitabile contatto”.

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Così la Acura-ARX 06 #40 di Deletraz-Taylor-Herta, partita dalla terza casella sulla griglia di partenza a soli quattro giri dal termine ha bruciato la Cadillac di Bourdais-Van der Zande-Dixon per soli 8 decimi, con lo scatenato Deletraz che ha stabilito anche il giro più veloce.

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A rendere ancora più amara la giornata Cadillac il terrificante botto di Derani, tra i favoriti della vigilia, dopo un contatto con la Ferrari 296 GT3 di Mann. Se in casa Cadallic si piange nei box Porsche Penske Motorsport non si ride, perché il terzo posto agguantato, anche per disgrazie altrui, dalla 963 di Nasr-Cameron-Campbell ha tutta l’aria di un premio di consolazione dopo l’esaltante vittoria di Daytona. E d’altronde che non fosse giornata lo si era capito dalla toccata che ha rallentato Makowieki, finito nono alle spalle dell’altra deludente 963 del team Proton.

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Così come recriminano gli uomini BMW, che dopo avere a lungo gustato la gioia di stare per la prima volta al comando con la M Hybrid V8  di Martin-Yelloly-De Philippi hanno visto il sogno svanire per un lieve calo di prestazioni che l’ha fatta scivolare ai piedi del podio. Emozioni e ribaltamenti di fronte a parte, va detto che tutti possono comunque dirsi soddisfatti sotto il livello prestazionale, perché in una gara endurance così tirata, tanto da avere le prime cinque vetture racchiuse in soli 13”, e ricca di colpi di scena può davvero succedere di tutto.

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Il livello di competitività generale è motivo di soddisfazione anche nel box Lamborghini, con il settimo posto finale della SC 63 di Cairoli-Caldarelli-Grosjean che mostra la crescita della vettura e fa ben sperare anche per il WEC.

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Meno soddisfazioni per Toro e Cavallino, invece, nelle classi GTD e GTD Pro, con le 296 di Fuoco-Lacorte-Sernagiotto e Calado-Rigon-Serra che si sono dovute accontentare della piazza d’onore in entrambe le categorie, battute rispettivamente dalla Mercedes-AMG GT3 di Ward-Ellis-Dontje e dalla Lexus RC F di Barnicoat-Kirkwood-Hawksworth, mentre Perera-Pepper-Bortolotti con la Huracan si sono trovati serviti il terzo gradino del podio Pro grazie al botto di Juncadella con la Corvette.

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