Come da copione, la Toyota ha spadroneggiato nella 90.ma edizione della 24 Ore di Le Mans, che senza le restrizioni numeriche ha visto la presenza di 224.000 spettatori, conquistando una sonante doppietta e la quinta vittoria consecutiva nella maratona francese.

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Una vittoria decisamente facile per la squadra giapponese, con l’unica incertezza sull’equipaggio che sarebbe salito sul gradino più alto del podio. Al termine di un duello che era già iniziato dalle prove, l’ha spuntata la Toyota GR10 Hybrid #8 di Sébastien Buemi-Rio Hirakawa-Brendon Hartley sulla #7 di Kamui Kobayashi-Mike Conway-José Maria Lopez, che nella serata di sabato era stata rallentata da alcuni piccoli inconvenienti. Insomma, è stata una sorta di passeggiata per i due equipaggi del Toyota Gazoo Racing, probabilmente l’ultima di questo tipo dato l’arrivo nelle prossime edizioni di altri agguerriti Costruttori, a partire da Peugeot già l’anno prossimo.

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Di questa situazione agevole ne ha approfittato anche il team Glickenhaus, che ha avuto la soddisfazione di piazzare sul podio di Le Mans la propria hypercar #709 pilotata da Briscoe/Westbrook/Mailleux, seppur staccata di cinque giri. Una bella soddisfazione per l’appassionato americano, che ha beffato l’Alpine finita nelle retrovie, 23° posto staccata di 18 giri, per problemi tecnici.

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Anche nella LMP2 c’è stata una sorta di dominio della Oreca #38 del team Jota, che pilotata da Roberto Gonzalez-Antonio Felix da Costa-William Steven ha condotto la gara in testa dal primo all’ultimo giro, ma non così netto come tra le hypercar. Nella categoria cadetta, infatti, la vettura del team inglese è stata costantemente pressata dalla Oreca del team Prema di Robert Kubica-Louis Deletraz-Lorenzo Colombo, che ha concluso nello stesso giro, mentre l’altra vettura del team Jota, con  Oliver Rasmussen-Edward Jones-Jonathan Aberdein, ha completato il podio con un giro di distacco.

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Così come in Formula 1, non è stata una domenica fortunata per le vetture del Cavallino, che hanno perso la possibilità di scrivere il nome Ferrari sull’albo d’oro di Le Mans nell’ultima uscita per le GTE Pro, categoria che ha sempre riservato grandi soddisfazioni per la casa di Maranello. Sogno peraltro svanito anche per la Corvette, dopo che la vettura di Alexandre Sims è stata spedita a muro da Perrodo mentre era in testa alla corsa.

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Quello che sembrava un colpo di fortuna per la 488 GTE Evo di Alessandro Pier Guidi-James Calado-Daniel Serra, che ereditava la leadership della categoria, si è invece trasformata in una atroce beffa quando la Ferrari #51 ha accusato una lenta foratura che l’ha condannata alla piazza d’onore, davanti alla vettura gemella #52 di  Miguel Molina-Antonio Fuoco-Davide Rigon. Perciò l’ultima a segnare il proprio nome sull’albo doro GTE Pro a Le Mans è stata la Porsche 911 RSR #91 di  Richard Lietz-Gimmi Bruni-Fred Makowiecki.

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Nella GTE Am si è imposta la Aston Martin TF Sport di Ben Keating-Henrique Chaves-Marco Sorensen, dopo una lunga lotta a distanza con la Porsche di Cooper MacNeil-Julien Andlauer-Thomas Merrill. Il podio è completato dall’altra GT inglese di Paul Dalla Lana-David Pittard-Nicki Thiim, che avevano occupato a lungo la seconda posizione. 

Foto Massimo Campi

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