Ci siamo. Sta per partire il Rallye di Monte-Carlo che, come da tradizione, dà il via alla stagione del Mondiale Rally. Ma questa volta, la 90.ma edizione del rally per eccellenza, segnerà anche l’avvio di quella che è stata definita la “nuova era” dei rally, contrassegnata dalla motorizzazione ibrida per  le vetture top, ribattezzate Rally1.

 

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Tre i Costruttori che hanno accettato la sfida: Toyota, la squadra da battere dato che detiene entrambi i titoli iridati, Hyundai, che mastica vendetta dopo un anno sotto le aspettative, e Ford che è tornata ad un impegno di peso con la nuova Puma realizzata come sempre da M-Sport. E c’è da giurare che sarà subito grande lotta, sia perché una vittoria al “Monte” vale già da sola l’investimento effettuato, ma in questa occasione vale pure doppio per chi riuscirà a scrivere per primo il proprio nome sull’albo d’oro della nuova era.

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Non a caso tutti e tre i Costruttori schierano squadroni agguerriti ed i propri pezzi da novanta, a partire dai due pluriiridati francesi, ben 17 titoli in due, il campione in carica Sebastien Ogier e il rientrante Sebastien Loeb, direttamente in arrivo dalle sabbie della Dakar per salire sulla nuova Ford Puma. Ovviamente il rinnovato scontro diretto tra i due marziani transalpini sarà uno dei temi dominanti, ma non certo l’unico perché saranno in tanti a dare la caccia alla vittoria.

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A fianco di Ogier, quest’anno a mezzo servizio, Toyota schiererà il vice campione Evans, che dopo due secondi posti parte decisamente all’attacco della corona iridata, il giovane e velocissimo Rovanpera e il giapponese Katsuta. Tre invece le Hyundai i20 in gara, con Neuville, Tanak e il giovane Solberg, mentre M-Sport schiererà un poker di nuove Puma, con il già citato Loeb che sarà affiancato da Breen, Formaux e Greensmith. Insomma, ce n’è abbastanza per tenere gli appassionati con il fiato sospeso.

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Anche perché oltre alle classiche difficoltà del Rally di Monte-Carlo, il temibile verglas mentre la neve in questa edizione non dovrebbe essere presente, i piloti si troveranno a fare i conti con l’adattamento alla guida particolare richiesta dalle nuove vetture, più pesanti e scorbutiche da controllare in accelerazione con la coppia aggiuntiva fornita dalla parte elettrica. E come si è visto nei test, i fuoriprogramma potrebbero non mancare.    

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La propulsione ibrida è composta dal classico motore endotermico 1.6 quattro cilindri turbo da 380 CV, montato anteriormente, abbinato ad un modulo elettrico, uguale per tutti, con una batteria agli ioni di litio da 3,9 kW che alimenta un motore elettrico collegato all’asse posteriore, sul quale va a gravare un peso aggiuntivo di 84 kg, in grado di erogare un boost di potenza di 136 CV e 180 Nm di coppia, portando il totale ad una potenza massima complessiva che supera i 510 CV. 

Il modulo elettrico può lavorare in tre diverse modalità a seconda delle necessità e situazioni di gara. Full Electric per muoversi a zero emissioni all’interno dei parchi assistenza e quando si attraversano i centri abitati nei trasferimenti. Stage Start che facendo lavorare insieme il motore elettrico e quello endotermico in fase di partenza assicura il massimo della potenza disponibile per 10 secondi. Stage, con la quale il motore elettrico interviene in supporto di quello endotermico secondo tre diverse mappature impostabili da ogni singolo team. Per ricaricarsi, la batteria sfrutta i momenti di rilascio e frenata, durante i quali è in grado di recuperare fino a 30 kW di picco. Se necessario la batteria potrà essere ricaricata anche dall’esterno, tramite un’unità dedicata, con un tempo di circa 20 minuti per raggiungere l’80% del potenziale.

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Sono 75 i piloti ammessi al via. Oltre agli 11 con le vetture Rally1, nel WRC2 oltre al campione in carica Mikkelsen (Skoda), spiccano Bulacia, Gryazin, Ingram e Loix con la vettura ceca, mentre Camilli e Johnston saranno al volante delle Citroen C3 Rally2. Nel WRC3 sarà lotta tra le Fiesta di Pajari, Brazzoli e Cerny, mentre nella RGT da segnalare la presenza di Francois Delecour. Oltre al già citato Brazzoli con Fenoli, saranno quattro gli equipaggi italiani al via del WRC2: Miele-Beltrame, Morato-Gallinaro, Covi-Lorigiola e Arengi-Bosi.

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Per la 90.ma edizione il rally monegasco si presenta con un tracciato rinnovato al 90%, 17 le Prove Speciali in programma per un totale di 319,33 km, e il parco servizi che si sposta da Gap nel cuore di Monaco. Dopo lo shakedown di giovedì mattina, infatti, il rally prenderà il via in serata dall'iconica Piazza del Casinò prima di un paio di tappe notturne di apertura: la seconda include un ritorno al classico Col de Turini, da superare nell'oscurità. Il venerdì sarà il giorno più lungo di gara: tre tappe da disputare due volte senza servizio assistenza a mezzogiorno, solo una zona di montaggio pneumatici a Puget-Théniers. Impegno simile sabato, con il percorso che si sposta più a ovest: tre tappe si correranno al mattino, due delle quali si ripeteranno nel pomeriggio dopo una zona di assistenza e montaggio pneumatici a Digne-les-Bains. L'ultima giornata del rally, domenica, è articolata su due tappe che si disputano due volte: l'ultima, che termina a Entrevaux, sarà l'unica identica all'anno scorso. Quindi ritorno a Monaco nel primo pomeriggio (14,00) per l’arivo finale e la cerimonia di premiazione nella Piazza del Casinò.

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