I numeri non mentono: su nove gare, la McLaren ne ha vinte sette. E Oscar Piastri, col successo in Spagna, ne ha vinte cinque. Ovvero, possiamo girarla e raccontarla come vogliamo, ma da lì col duo McLaren non ci si sposta.
Di Paolo Ciccarone – RMC Motori
Al massimo ci può essere qualche spunto, come Leclerc a Monaco che ha fatto sognare per una ventina di giri. O in Spagna quando a sei giri dalla fine, grazie a una safety car e a un clamoroso errore del box Red Bull che ha montato gomme dure a Verstappen quando forse era meglio tenerlo in pista fino alla fine, ebbene la Ferrari raccoglie un altro podio, il terzo di Leclerc e si porta al secondo posto nella classifica costruttori dietro a una imprendibile McLaren ma ben davanti a Mercedes e Red Bull, squadra che corre con una punta sola visto che il numero due di solito viaggia in fondo al gruppo.
Ma questo è un altro discorso. Alla partenza Piastri non ha sbagliato niente, Verstappen nemmeno e infatti alla prima curva chi ci rimette è Norris che viene superato. Strategia su tre soste dell’olandese, tutto perfetto fino a quando, con la Safety car in pista per rimuovere la Mercedes di Antonelli (motore rotto quando era sesto, secondo arresto stagionale per problemi tecnici, ndr) ebbene lì con la corsa neutralizzata tutti decidono di fermarsi ai box. Leclerc monta le gomme morbide, idem le McLaren e Verstappen si ritrova con le dure: “Ma che cavolo di gomme mi avete messo” urla via radio. “Sorry Max, non ne avevamo altre” e qui imprecazioni a non finire perché le dure pagano almeno un secondo alle morbide. E infatti appena va via la safety, per resistere a Leclerc il buon Verstappen fa uno svarione all’ultima curva facendo venire un coccolone a chi stava in tribuna e lo aveva già visto finire in braccio da qualche parte.
Leclerc lo affianca, gli molla una ruotata e lo passa. Manovra decisa: “L’ho toccato perché non volevo finire sullo sporco” ammette candido il monegasco ma Max arriva lungo, si ritrova Russell che gli rifila una seconda ruotata e lo spedisce fuori. L’olandese taglia la curva, rientra davanti alla Mercedes. Gli dicono di farlo passare, sembra accettare poi quando Russell è vicino gli rifila una ruotata che gli costa la quarta posizione e finisce decimo fra improperi vari.
Leclerc finisce sul podio, Piastri sembra uno che è appena uscito da un centro benessere ed è rilassato, Hamilton si fa invece infilare da Hulkenberg in pieno rettilineo e perde la sesta posizione. Incredibile perché la Sauber è un cancello a quattro ruote ma il motore è lo stesso Ferrari. Quindi o Lewis dormiva o la rossa a parità di prestazioni, in fondo al dritto non vale una Sauber.
Fine dei giochi. Poi Vasseur sorride con chi tifava Inter, lui tifoso del PSG. Ma di questi tempi le uniche soddisfazioni per il manager francese possono arrivare solo dal lavoro degli altri. Come nel calcio, non certo per meriti propri…
Foto by Pirelli