La Porsche 911-996 pur rappresentando un progetto pioneristico e per certi versi coraggioso, con diverse innovazioni a partire dal motore raffreddato per la prima volta a liquido, è rimasto un modello un po’ controverso per i puristi del Marchio; tuttavia, all’epoca poteva vantare il maggior numero di varianti nella storia della casa tedesca. Proprio per il rinnovato 6 cilindri boxer di Stoccarda, i tecnici Supersprint hanno realizzato una linea di scarico speciale completa, disponibile in numerose varianti, che assicura un significativo incremento di performance e un sound più coinvolgente. Un mix che, in vista dell’arrivo dell’estate, si può apprezzare in misura ancora maggiore alla guida di una vettura scoperta.
Al Salone di Francoforte 1977 debuttava la Porsche 911 contrassegnata da codice interno 996 che, insieme alla Boxster, assicurò alla casa di Zuffenhausen la continuazione dell’attività indipendente. Un progetto pionieristico, che rompeva gli schemi con molteplici convenzioni, tanto che ad eccezione dell’iconico design della 911, pur abbondantemente modificato, e del concetto di motore e trasmissione posteriore, era tutto nuovo. Per la prima volta il classico motore boxer sei cilindri veniva raffreddato ad acqua, inoltre il progetto puntava ad un rivoluzionario concetto di condivisione delle parti con la Boxster della generazione 986, in particolare per la parte anteriore, sospensioni comprese, fino ai montanti B.
Alla presentazione il nuovo modello suscitò molto interesse ma poi non fece mai realmente breccia nei cuori dei porschisti duri e puri. Tuttavia, nella storia della Casa tedesca nessun altro modello prima della 911-996 aveva potuto vantare così tante varianti.
D’altronde, come ha spiegato recentemente uno dei responsabili prodotto Porsche dell’epoca, il progetto 996 nasceva da una parte per ragioni di marketing ma anche in funzione di specifiche esigenze tecniche. Dato il momento difficile, Porsche aveva bisogno di un'auto in un segmento di prezzo più basso. Inizialmente, però, non era chiaro quale motore sarebbe stato installato: i modelli a due valvole per cilindro raffreddati ad aria erano tecnologicamente al limite dello sviluppo in termini di emissioni e potenza, mentre i boxer a quattro valvole raffreddati ad aria non funzionavano a causa di varie problematiche. Questo portò alla scelta dei motori boxer a quattro valvole raffreddati ad acqua. Nella sua versione definitiva, il sei cilindri boxer di 3.387 cc che equipaggiava la 911-996, grazie alla distribuzione a 24 valvole con fasatura variabile era in grado di erogare 296 CV.
Il design dei gruppi ottici con gli indicatori di direzione integrati, uno dei particolari più controversi tanto che nelle serie successive i designer di Stoccarda tornarono alla tradizione, era assolutamente unico oltre che valido sotto il profilo tecnico e industriale: cinque funzioni in un unico modulo, che non era costoso e poteva essere installato in pochi minuti sulla catena di montaggio.
Nell'aprile 1998, arrivò la versione Cabriolet, con un cofano completamente elettrico che si alzava o si abbassava in 20 secondi. Una volta retratto, veniva alloggiato sotto una piastra di copertura metallica, eliminando così la necessità di una apposita copertura. Un’autentica chicca, oltre che il mix ideale per chi desidera godere del piacere della guida sportiva accarezzato dal vento e accompagnato dal sound che si può apprezzare in misura ancora maggiore su una vettura scoperta.
Come da tradizione per ogni nuovo modello Porsche, i tecnici Supersprint avevano immediatamente messo “sotto osservazione” la 911-996 dotata dell’innovativo sei cilindri boxer raffreddato ad acqua, riscontrando già nella fase di studio propedeutica allo sviluppo di uno scarico sportivo dei limiti piuttosto evidenti dell’impianto di di serie. Limitazioni determinate, in primo luogo, da una non perfetta conformazione dei collettori e, in successione, dall’azione particolarmente restrittiva dei catalizzatori standard di tipo ceramico, che in pratica costituivano una sorta di tappo al flusso dei gas di scarico.
Perciò i tecnici mantovani hanno sviluppato una nuova linea di scarico sportiva completa, che parte dai collettori tubolari ispirati da quelli realizzati per le competizioni, prosegue con catalizzatori metallici ad alte prestazioni HJS Motorsport a 100 cpsi, con omologazione FIA, di grande volume in modo tale liberare al massimo il flusso dei gas di scarico.
Lo stesso concetto, come da tradizione Supersprint, ha guidato la realizzazione dei silenziatori posteriori: per ottenere un flusso di scarico diretto, a vantaggio di performance e sound, la parte interna del silenziatore è composta da un tubo forato passante avvolto da un primo strato sottile di lana di acciaio e da uno strato esterno di lana di roccia.
Per soddisfare le diverse esigenze della clientela, Supersprint ha previsto molteplici opzioni dell’impianto di scarico: da quello sportivo stradale dotato di omologazione CEE – certificato limitato ai silenziatori posteriori – alla versione Race, con una tonalità di sound più decisa.
Inoltre, grazie al design modulare, per i clienti che non voglio snaturare il look originale Porsche, i silenziatori posteriori possono essere utilizzati anche come opzione cat-back mantenendo le uscite dei terminali di scarico originali.
Coloro che, invece, ricercano un look più accattivante per la propria vettura possono scegliere tra due tipologie di terminali, sia per l’impianto stradale omologato CEE sia per la versione racing:
- Ovali destro-sinistro da 145x95 mm, tagliati con l’angolazione tale da copiare perfettamente la sagoma dello scudo di serie.
- Doppi tondi da 80 e 100 mm rispettivamente per il destro e sinistro, stile “Tech-Art”, noto preparatore tedesco al quale Supersprint forniva gli scarichi esattamente con questo design.
Infine, per la clientela più sportiva che ama divertirsi in pista, Supersprint ha realizzato un esclusivo impianto di scarico completo, in edizione limitata, dotato di doppi terminali con uscita centrale che si adattano al particolare paraurti della Porsche 996 GT3 Cup. Questa conformazione, oltre a regalare un look decisamente corsaiolo garantisce un ulteriore incremento della coppia nella fase intermedia di erogazione e della potenza massima agli alti regimi.
A giusto completamento delle caratteristiche tecniche, va segnalato che tutti i particolari degli impianti di scarico speciale Supersprint sono realizzati in acciaio inox aisi 304 che, grazie alle proprie caratteristiche qualitative e di resistenza, consente di realizzare i vari componenti con uno spessore inferiore della lamiera, a tutto vantaggio della leggerezza.
Sul territorio italiano i prodotti Supersprint sono distribuiti in esclusiva da RPM Racing Parts di Lainate: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..