Quella delle Rosalie è una vera epopea con cui André Citroën riuscì a dimostrare l’affidabilità, la resistenza, la sicurezza e anche la velocità delle sue vetture. A partire dalla prima Rosalie che inizia a segnare record nel 1931 sulla pista di Montlhéry, fino alla Rosalie IX che concluderà l’epopea dei record nel 1936 sulle strade francesi. 90 anni fa, proprio in questi giorni, esattamente il 14 aprile del 1932, André Citroën festeggia il successo della sua Rosalie II, una C6 G che in poco più di un mese percorre 100.000 km sulla pista di Montlhéry, battendo 60 record internazionali e 30 record mondiali nella sua categoria. Una storia appassionante quella delle Rosalie, fatta di audacia e di sfide, e che richiama un nome tutto italiano…

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Quello di Citroën con l’Italia è un legame forte, che affonda le sue radici negli anni Venti dello scorso secolo quando André Citroën, il fondatore della Marca, decide di creare una sua sede italiana, fondata a Milano nell’ottobre del 1924. All’epoca la velocità, l’inventiva, la potenza industriale erano concetti esaltanti, il movimento futurista entrava nella sua seconda fase e le automobili, sempre più lontane dal concetto di “carrozze senza cavalli”, erano impiegate in gare di velocità, resistenza, durata, dall’esito spesso tragico.

André Citroën, seppur precursore dei suoi tempi, non amava quel tipo di exploit, perché le sue erano auto per tutti i giorni, per famiglie e lavoratori: sicure, affidabili, comode e pratiche, non erano progettate per diventare dei bolidi lanciati a velocità folli da incauti guidatori. Per dimostrare l’affidabilità, la solidità e la sicurezza dei suoi veicoli, André Citroën utilizzava infatti iniziative di tutt’altro genere: aveva ideato le “Carovane Citroën” con cui portava i suoi nuovi modelli nelle piazze per far toccare con mano la loro robustezza; aveva attraversato il deserto del Sahara con le B2 semicingolate; si preparava infine ad arrivare fino in Cina (con C4 e C6) proprio per dimostrare la proverbiale sicurezza e resistenza delle sue automobili. L’obiettivo di queste imprese non era quindi certamente quello di raggiungere pure prestazioni di velocità. Tuttavia, con le Rosalie, André Citroën poté dimostrare che le sue vetture avevano anche queste caratteristiche.

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A Parigi, nel 1931, una nota azienda che produce oli e lubrificanti per autovetture decide di farsi pubblicità testando il suo nuovo olio su vetture di serie e la scelta cade proprio sulla Citroën, una C6 F, appositamente allestita con carrozzeria in alluminio profilato, concepita da César Marchand, meccanico esperto e pilota formatosi nelle file della Voisin. In settembre la vettura è pronta e viene battezzata “Rosalie” proprio in onore di Santa Rosalia che si festeggia in quel periodo. Sulla pista del Circuito di Montlhéry, nei pressi di Parigi, sotto l’occhio vigile dei Commissari dell’Associazione Internazionale dei Club dell’Automobile, dal 22 ottobre al 1° novembre (11 giorni) di quell’anno Rosalie percorre 25.000 km, battendo 14 record internazionali.

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Entusiasta del risultato, Marchand acquista un’altra Citroën, una C6 G e la equipaggia con la stessa carrozzeria profilata della C6 F, ribattezzandola Rosalie II. Percorrerà la pista di Montlhéry per 100.000 km, senza mai fermarsi, dal 5 marzo al 14 aprile 1932, ad una velocità media di 108 km/h, conquistando 60 record internazionali e 30 record mondiali nella categoria 2 – 3 litri.

André Citroën, seppur reticente all’idea di cimentarsi in competizioni, non può ignorare i successi conquistati dalle sue C6. Si propone quindi di festeggiare i centomila chilometri della Rosalie II con un grande banchetto sulla pista dove lui stesso sventola la bandiera a scacchi per fermare l’auto dei record! Al termine dell’evento, sarà proprio André Citroën a chiedere di far partire nuovamente la vettura che percorrerà altri 34.000 km prima di fermarsi definitivamente il 28 aprile 1932. André Citroën, con un coup de théâtre metterà in palio un milione di franchi per la casa automobilistica che riuscirà a battere i record della “sua” Rosalie II entro il primo ottobre del 1932. Nessuno vincerà quel premio. “Rosalie” diviene di fatto il nome di tutti quei modelli di vetture di serie Citroën che, dotati di una speciale carrozzeria, sono destinati a battere ogni record.

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Il 15 marzo 1933, questa volta sotto l’egida di André Citroën in collaborazione con l’azienda di lubrificanti, una 8CV, dotata di carrozzeria aerodinamica con il numero “4” sulle fiancate e battezzata “Petite Rosalie” inizia la sua maratona in pista, sull’anello di Montlhéry. La prova è sempre di durata e resistenza il regolamento severissimo dell’AIACR (Federazione Internazionale dell’Automobile) consente di sostituire solo le parti meccaniche soggette a normale usura e di fermarsi i pochi minuti necessari a fare rifornimento o per sostituire il guidatore, in caso di guasto o incidente i contatori si fermano e la prova termina.

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Con i suoi cinque piloti, che si alternano al volante ogni cinque ore, la formidabile Citroën 8CV Petite Rosalie gira in pista ininterrottamente per ben quattro mesi, fermandosi il 27 luglio dopo aver percorso 300.000 km alla media di 93,5 km/h battendo 297 record: 191 internazionali tra cui miglior prestazione tra le vetture della sua cilindrata e 106 record mondiali dove ottiene il primato assoluto come miglior performance a prescindere dalla cilindrata.

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La 8CV non si ferma a causa di un problema tecnico: è nuovamente André Citroën in persona che organizza una “cerimonia d’arresto” durante la quale lancia la sua ennesima sfida: «Se c’è una casa automobilistica che può fare meglio di noi, lo dimostri: se da oggi al 1° gennaio 1935, una delle sue vetture avrà percorso più di trecentomila chilometri senza fermarsi, ad una velocità media superiore a quella tenuta da Petite Rosalie, io le pagherò immediatamente tre milioni di franchi!». Fu un azzardo, dettato dall’audacia e dalla consapevolezza delle ottime doti di robustezza e geometria della Citroën 8CV. In ogni caso, nessuno ha mai reclamato quella somma.

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Mentre Petite Rosalie brucia chilometri e record, un’altra vettura è in pista: una 15CV, motore a 6 cilindri, carrozzata come le sue “sorelle”, chiamata Rosalie V gira a Montlhéry dal 26 aprile al 24 maggio 1933 percorrendo 80.000 km ad una media di 119 km/h, i suoi successi saranno eclissati da quelli dell’inarrestabile 8CV.

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L’epopea delle Rosalie dei record prosegue con Rosalie VI, un’altra 15CV a 6 cilindri dotata di carrozzeria sport monoposto, che gira in pista per soli due giorni, nell’aprile del 1934, ma ad una velocità decisamente sostenuta stabilendo diversi record sopra il muro dei 150 km/h.

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Nel 1934, fa il suo debutto al Salone dell’automobile di Parigi la Traction Avant, la nuova Citroën definita la “reine de la route”. L’anno successivo, sarà proprio una Traction Avant 7B a vestire i panni della Rosalie VII.

Per la terza volta viene utilizzata una 15CV con motore a 6 cilindri, con la carrozzeria della “sport monoposto” Rosalie VI, e sarà proprio lei nel luglio 1935 a battere diversi record di velocità sopra i 145 km/h. Con questa vettura denominata Rosalie VIII, si conclude l’operazione pubblicitaria ideata da André Citroën e basata su “affidabilità e robustezza”.

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Tuttavia le cronache dell’epoca riportano i record di almeno altre due Citroën Rosalie: la 15CV Spido, realizzata dalla Société des huiles Spidoléine, grazie alla linea aerodinamica ben studiata con una particolare carenatura in corrispondenza delle ruote, tra aprile e giugno 1933 percorre 20.000 km alla media di 132 km/h battendo in un sol colpo 15 record internazionali.

Infine, una Traction Avant (11CV berlina) chiamata Rosalie IX di serie in tutto e per tutto, dotata della sua carrozzeria originale, percorrerà 100.000 km alla media di 1.500 km al giorno, non su pista ma sulle normali strade francesi. I piloti sono concessionari e agenti Citroën, la meccanica è affidata all’equipe di César Marchand, è il 1936 e la Citroën Traction Avant, esce dalle piste dei circuiti ed inizia a collezionare vittorie nei Rallye su strada.

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