Nonostante le restrizioni in atto, ACI Sport ha confermato il regolare svolgimento del Racing Weekend a Monza. Nel “Tempio della Velocità”, sfida finale per la Classe GT Endurance, mentre TCR Italy e Campionato Sport Prototipi si giocheranno il penultimo round. Rigorosamente, a porte chiuse. Alla vigilia della gara monzese, per la rubrica “quattro chiacchiere con” abbiamo intervistato alcuni dei protagonisti delle varie categorie in gara. 

Di Attilio Pessina

CAMPIONATO ITALIANO GT ENDURANCE

Il GT Endurance si gioca il tutto per tutto nella gara di Monza. Domenica si sfideranno sul circuito brianzolo per la vittoria della classifica generale gli equipaggi di BMW Team Italia con la M6 GT3, Stefano Comandini-Marius Zug, Imperiale Racing con Kikko Galbiati-Giovanni Venturini su Lamborghini Huracan GT3 EVO e AF Corse  con Antonio Fuoco-Giorgio Roda-Alessio Rovera sulla Ferrari 488 GT3, distaccati di soli 5 punti. Qualche punto indietro troviamo la Huracan della Vincenzo Sospiri Racing e la R8 GT3 EVO di Audi Sport Italia. Il tracciato sulla carta è più consono alle vetture di Sant’Agata Bolognese, ma Monza riserva sempre delle sorprese, come ci insegnano gli esploit di Toro Rosso-Alpha Tauri. Domenica sarà quindi una tre ore da seguire tutta d’un fiato per incoronare l’equipaggio vincitore. 

*** Quattro chiacchiere con: Sabino De Castro, Campione Italiano GT4 Endurance 2020.

Quest’anno, l’impegno si divide sui due campionati il GT Endurance ed il GT Sprint. Il primo è già in casa e, visto da fuori, è sembrata quasi una passeggiata, è stato veramente così?

“Assolutamente no. Quest’anno la BMW si è presentata agguerrita con un equipaggio e una vettura di alto livello che ci hanno dato filo da torcere ad ogni appuntamento. In più, abbiamo avuto sempre 10 secondi di gap, come da regolamento per ribilanciare le prestazioni. Non ci siamo mai potuti rilassare. Né io, né i miei compagni di avventura, Paolo Gnemmi sempre veloce e costante, così come Riccardo Pera, assente nell’ultimo weekend perché impegnato alla 24h di Le Mans, e Vito Postiglione che l’ha sostituito impeccabilmente.

Questo peraltro è un anno strano un po per tutti…

”Si. Infatti inizialmente Riccardo non avrebbe potuto correre con noi, poi per via delle rivoluzioni dei campionati causa Covid, a parte appunto Le Mans, sono cadute le concomitanze con il WEC, così abbiamo potuto fare equipaggio assieme.”

Come hai vissuto questo periodo segnato dalle limitazioni del Covid?

“In realtà non mi sono potuto allenare un granché, ho passato più tempo a pulire il GoKart.... e un po’ ne ho risentito in qualifica… Enrico (Borghi, Ndr.) scherzosamente mi urlava in cuffia “sei lentooo…”, poi però in gara era un’altra storia. Il vantaggio principale della nostra macchina è di essere ben bilanciata, cosa che le permette di adattarsi bene a qualunque pista. Nel GT Sprint sarà un po più difficile, la concorrenza è veramente agguerrita”.

 

CAMPIONATO ITALIANO GT ENDURANCE

Nella categoria TCR, mai come quest’anno il titolo tricolore è così conteso, con 86 punti ancora in palio e tutto ancora da decidere per i primi 4 contendenti. Brigliadori, Tavano e Pellegrini sono raccolti in 7 punti, mentre Jelmini, attualmente quarto, è ancora in attesa dell’esito del ricorso, relativo alla sua esclusione da gara 2 del primo weekend al Mugello. Se venisse accolto, Jelmini porterebbe la sua Hyundai in testa al campionato. La nuova Cupra Competicion del campione in carica, Tavano, rimane ancora in fase di sviluppo. Nonostante ciò, i test della scorsa settimana hanno permesso alla vettura di Tavano di spuntare il secondo tempo di giornata. Le Hyundai di Pellegrini e Jelmini, sfruttano molto bene la loro velocità, ma quella che ha sempre dimostrato di avere qualcosa in più in termini aerodinamici è l’Audi, per cui questa è la pista più adatta alla vettura di Brigliadori. Importanti saranno le scie, specialmente nelle qualifiche. Ed ecco, che il debutto di Paolino sulla nuova Cupra Competicion, prende un altro significato. In quest’ottica, avere 2 compagni di squadra sulla stessa vettura, può permettere un lavoro si squadra e garantire un vantaggio di scia sui 2 rettilinei principali per staccare il miglior tempo. Dietro questo quartetto, si affaccia un terzetto di piloti ad una quarantina di punti dalla vetta. Sembrano tanti, ma Carminati, Reduzzi e Imberti finiscono sempre nelle parti alte della classifica, con Reduzzi già vincitore di due manche in questa stagione. Da non dimenticare poi l’outsider Stefanovski. Tutto quindi da decidere nelle ultime due gare, Covid permettendo.

*** Quattro chiacchiere con: Eric Brigliadori, attuale capoclassifica del TCR Italy.

Sei in testa al Campionato con 3 vittorie all’attivo, te l’aspettavi?

“Sinceramente no. E’ la mia prima stagione nel TCR Italy, dove ci sono molti piloti competitivi ed il livello di professionalità è veramente molto alto. Fino alla settimana prima del Mugello non eravamo sicuri di partecipare, poi siamo partiti e via, la pista la conoscevo ma abbiamo bucato due volte in gara”. Per dirla tutta Eric ha siglato la pole position e concluso gara 2 in settima posizione con un pneumatico sgonfio!

“A Misano, invece, speravo di andare un po’ meglio, perché è la pista di casa e la conoscevo bene. Mentre Imola proprio non l’avevo mai vista, abbiamo sbagliato il momento di entrare in pista nelle qualifiche e siamo partiti indietro. poi c’è stata anche la penalità per il contatto con Scalvini…”

Anche a Vallelunga hai avuto una penalità per un fatto simile…

“Purtroppo sono stati errori di valutazione in frenata. Diciamo errori di ottimismo. La telemetria mi ha confermato che non ho fatto nulla di diverso: ho frenato nello stesso punto e con la stessa forza, però uscendo dalla scia di scatto mi sono trovato davanti le altre due Honda e ho centrato Mugelli. Mi spiace molto averlo colpito. Anche con Scalvini, ero molto dispiaciuto, ma non avevo valutato che le DSG frenano prima”.

Come le hai vissute queste penalità?

“Sono molto severo con me stesso, perché non mi piace fare errori. Mi sono isolato sul camion, poi me ne sono andato. Ma non ce l’avevo con nessuno, ero solo arrabbiato con me stesso per i punti sprecati”.

E il rapporto con papà Imerio in pista?

“Papà è molto comprensivo, non mi mette pressione addosso e non mi condiziona. Mi lascia libero di fare quello che serve. Mi dice sempre: fai quello che devi e cerca di essere sempre corretto”.

Quando hai debuttato nelle gare?

“Avevo fatto qualche turno di prove libere qua e là, quando c’era una macchina libera. Poi nel 2018, il giorno del mio 18.esimo compleanno, ho debuttato in Coppa Italia a Franciacorta con la Leon TCR DSG. Sempre nel 2018 ho corso in Coppa Italia a di Misano, con l’Audi TCR Sequenziale, e nel 2019 la prima tappa del Coppa Italia al Mugello con l’Audi TCR DSG”.

Quali differenze hai notato tra le vetture con cambio DSG e quelle con Sequenziale?
Con il Sequenziale hai sicuramente più gusto nella guida, senti che la vettura ha più trazione, esce meglio dalle curve ed è migliore in frenata”.

Tra le piste sulle quali hai corso quale ti ha colpito di più?

“In realtà molte piste le sto conoscendo adesso. Comunque tra queste Imola ha certamente un fascino che altre non hanno, poi è molto veloce e non è piatta”.

Cosa fai nella vita di tutti i giorni?

Durante la settimana lavoro, mi divido tra l’officina e la logistica degli eventi. Organizzo le trasferte, le prenotazioni e quant’altro. Poi mi diverto con gli amici: quando si poteva andavo anche a ballare, ma adesso non è il momento. Durante il blocco del Covid mi sono anche costruito un computer adeguato per allenarmi con il simulatore di guida”.

*** Quattro chiacchiere con: Felice Jelmini, sempre tra i piloti top della categoria.

Il tuo debutto nelle corse è stato abbastanza particolare per un ragazzo giovane, vero?

“Sì. Ho sempre seguito mio padre, anche lui pilota, così nel 2013 ho debuttato con le auto storiche condividendo con lui un’Alfa GT1300 JR. All’inizio ero un po’ titubante, invece è stata un’esperienza importante perché mi ha permesso di conoscere le piste e imparare la tecnica”.

Quindi, qual è la tua pista preferita?

“Imola in assoluto è la pista più bella. Classica, con le barriere vicine, le curve come una volta, i tratti veloci e i dislivelli che mettono a dura prova la vettura. Mentre invece non mi piace Vallelunga: trovo che livelli molto le capacità e questo non mi piace in generale”.

Peraltro proprio a Vallelunga le Hyundai hanno faticato in qualifica. Tu stesso hai staccato il terzo tempo solo sul finire della sessione, come mai?

“Avevo molta zavorra (60 Kg, ndr.) come Compensation Weight e il BOP non ci è per niente favorevole (infatti Hyundai ha ritirato per protesta le proprie vetture dalla gara del Nürburgring WTCR, ndr.). In rettilineo faticavo molto, perdendo tra i 3 ed i 4 decimi dagli avversari. Poi in gara siamo riusciti comunque a tenere un buon passo, come si vede dai risultati dei miei compagni di marca e di Igor (Stefanovski, ndr.)”.

Come ti trovi con Stefanovski come compagno di squadra?

“Molto bene. Igor è molto veloce, simpatico e rispettoso”.

Tracciamo un bilancio fin qui del tuo TCR Italy 2020?

“Non sono molto contento, perché non ho raccolto il massimo di quello che avrei potuto”.

Lo scorso anno, fresco di titolo Clio Cup, hai debuttato nel TCR Italy proprio a Monza, ottenendo la pole,  che differenze hai trovato con le TCR?

“Sinceramente, non mi aspettavo di fare la Pole Position alla mia prima gara in TCR. Non pensavo e tutt’ora non penso di essere molto competitivo, ho solo una grande squadra con un gran supporto tecnico alle mie spalle. La differenza maggiore tra le due auto la fanno l’effetto aerodinamico e il grip meccanico, dovuto anche agli pneumatici più larghi e performanti. In generale la TCR è “più facile”, la Clio Cup è più nervosa, un po’ come tutte le monomarca, difficile da portare al limite. Non che la TCR non lo sia, ma ti dà la sensazione di andare più piano, mentre invece si va molto forte. Comunque quando si tratta di spingersi al limite, non è così semplice come sembra. In ogni caso la Clio Cup mi è servita davvero molto”.

 

CAMPIONATO ITALIANO PROTOTIPI

Anche per l’Italiano Sport Prototipi quella di Monza sarà una tappa cruciale. Nonostante un discreto vantaggio di Danny Molinaro sui concorrenti, Lorenzo Pegoraro e Federico Scionti faranno di tutto per agguantare il capoclassifica. Giacomo Pollini, attualmente quarto, non è matematicamente tagliato fuori dalla vittoria, ma dovrà sfruttare tutta la sua esperienza per risalire in classifica. Le piccole “monoposto”, saranno molto influenzate dalle scie, per cui c’è da attendersi bagarre dall’inizio alla fine.

*** Quattro chiacchiere con: Guglielmo Belotti, vincitore a Vallelunga.

Da anni corri nelle competizioni internazionali con i prototipi, come mai questo “ritorno” in Italia?

“Quest’anno avrei dovuto correre ancora insieme a Bellarosa con al Wolf Tornado, ma per via delle restrizioni dovute al COVID c’era difficoltà a mettere insieme un calendario di gare interessante, quindi ho deciso di ributtarmi nella mischia di un monomarca. Mi piaceva l’idea di confrontarmi con giovani molto competitivi e già esperti di questo monomarca. È stato un po come rimettermi in gioco. Un campionato che comunque, nelle difficoltà del COVID, mette in pista una ventina di vetture ogni evento e non è cosa da poco”.

Com’è stato “tornare alle basi”?

“All’inizio è stato difficile, non lo nascondo. Infatti abbiamo deciso di lavorare sulla macchina affinché fosse il più veloce possibile per colmare il gap anagrafico con i giovani avversari e a Vallelunga abbiamo coronato il progetto. Ma onestamente, se non si fosse fermato per noie tecniche Giacomo Pollini, che è un po il riferimento del campionato, non credo sarei riuscito a passarlo. A Imola purtroppo mi ha frenato nelle qualifiche il Full Course Yellow. In questo campionato, con poca potenza a disposizione e le macchine identiche, bisogna partire davanti, altrimenti è difficile risalire la vetta. Anche in Gara 1 sarei riuscito a finire a podio, ma purtroppo la foga di un concorrente mi ha messo fuori gioco”.

In base alla tua grande esperienza con prototipi potenti e veloci, come la Wolf Tornado e addirittura le LMP2, come valuti questa classe “propedeutica”?

“La macchina è velocissima in curva, tanto è vero che su diversi circuiti siamo stati più veloci delle F.4. Il rapporto costo/prestazioni è davvero ottimo e, basandomi sulla mia esperienza, il migliore tra tutte le vetture che ho guidato”.

La prossima gara sarà a Monza, ci racconti un aneddoto che riguarda questa pista?

“Erano i primi anni 2000, venni invitato da Tottoli a partecipare alla gara di Monza della Clio 3.0, una macchina difficilissima, motore tremila di cilindrata e trazione posteriore, totalmente sbilanciata sul posteriore. In palio, per chi avesse terminato tra i primi 24, c’era la partecipazione alla gara sul circuito di Montecarlo. Mi dissi, piano non sono mai andato, proviamoci. I partecipanti furono addirittura 72, tanto che l’organizzatore fu costretto ad una doppia gara e il sabato sera erano già finiti tutti i ricambi.  Comunque mi dissi, piano non sono mai andato, proviamoci. Ci arrivai vicino (30°). Fu proprio una bella esperienza”.

 

TOP JET 2000 – CARRERA CUP ITALIA

A completare il weekend monzese, due gare della Top Jet F.2000 Italian Trophy e della Porsche Carrera Cup Italia, che in quest’ultimo round deciderà il vincitore del campionato 2020, con tre piloti a giocarsi la volata finale: Simone Iaquinta, Gianmarco Quaresmini e David Fumanelli.

 

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