La Formla 1 torna a Imola a 14 anni di distanza dall’ultima volta, 2006, per il terzo gran premio stagionale in Italia. Per l’occasione avrà pure un format particolare: tutto si svolgerà su due sole giornate, con un’unica sessione di prove libere da 90 minuti il sabato mattina, seguita dalle qualifiche. Perciò sarà una sfida nella sfida per tecnici e piloti, che dovranno cercare la migliore messa a punto in poco tempo e per giunta senza dati di riferimento, con la speranza che il meteo non ci metta lo zampino complicando ancora di più le cose. 

Dal punto di vista sportivo, quindi, una serie di variabili che potrebbero rimescolare, almeno parzialmente, le carte a favore dello spettacolo. Così come i tifosi della Rossa ovviamente sperano che prosegua il trend “timidamente” positivo visto in Portogallo, così da mettere in condizione Leclerc di giocarsela almeno per il podio. Chi invece potrebbero essere “ragionevolmente” favoriti, sono i piloti Alpha Tauri, davvero la squadra di casa visto che la sede dista pochi chilometri dal circuito sul quale è stata l’unica squadra a girare con la propria monoposto di F. 1, oltre che con una  monoposto vecchia, per il “filming day”. 

Così come tanti altri circuiti “storici” in Europa, anche Imola nacque come tracciato stradale subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, prima di trasformarsi in un circuito permanente e ospitare la prima gara di Formula 1 (senza validità iridata) nel 1963. Da allora, il tracciato ha subito diverse modifiche, molte delle quali effettuate negli ultimi 14 anni: la vecchia Variante Bassa è stata eliminata e il lungo rettilineo fino al Tamburello presenta ora due curve verso destra. Sono state allargate le vie di fuga alla Variante Alta e sono stati realizzati nuovi box. Del precedente complesso di partenza/arrivo, resta solo la vecchia torre Marlboro, diventata uno dei simboli dell’impianto imolese. 

Il tracciato in riva al Santerno si percorre in senso antiorario, con 12 curve a sinistra e 9 a destra, presenta una sede stradale piuttosto stretta ed è quindi difficile compiere sorpassi, perciò potrebbe rivelarsi determinante la strategia di gara. Il circuito è stato anche riasfaltato dall’ultima gara di F1 nel 2006: l’asfalto ora è piuttosto liscio e non stressa particolarmente i pneumatici. Nonostante ciò sono presenti numerosi "dossi" e alcuni cordoli piuttosto importanti, inoltre si tratta di un tracciato tecnico con molte curve dalle caratteristiche diverse tra loro che mettono alla prova tutti gli aspetti di una monoposto da F1, quindi set-up e traiettoria sono fondamentali.

Le monoposto turbo-ibride attuali scenderanno in pista qui per la prima volta in assoluto. Visti i carichi medi Pirelli ha scelto le tre mescole al centro della gamma F1: C2, C3 e C4.

Per quanto riguarda i freni, i tecnici Brembo hanno catalogato la pista di Imola come circuito mediamente impegnativo, al pari del Mugello ma inferiore rispetto a Monza. Ciononostante Imola rimane una pista molto tecnica, con alcune staccate impegnative differenti tra loro, tanto che Enzo Ferrari, a cui è intitolato l’autodromo insieme al figlio Dino, l’aveva definito un “piccolo Nurburgring”.

Secondo le simulazioni, i piloti di F. 1 dovrebbero utilizzare i freni per poco più di 9 secondi e mezzo al giro, equivalenti al 13 per cento della durata complessiva della gara. Infatti i freni vengono usati solo 8 volte in un giro e in nessun caso per almeno 1,9 secondi, così come non vi sono picchi superiori ai 100 metri, mentre invece sono elevati i carichi sul pedale del freno: dalla partenza alla bandiera a scacchi un pilota esercita un carico totale di quasi 58,5 tonnellate, 20 in più del GP di Toascana.

La frenata più dura è quella che precede la Rivazza (curva 18), dove le monoposto arrivano ad una velocità di 309 km/h, su un tratto di pista che presenta una ripida discesa, e scendono a 145 km/h in soli 96 mt. Per riuscirci i piloti sono chiamati ad esercitare un carico di 137 kg sul pedale del freno per 1,62 secondi, subendo una decelerazione di 5,6 g.