A 36 anni di distanza, l’ultima volta vinse Niki Lauda con la McLaren-Porsche, la Formula 1 torna (finalmente, aggiungiamo noi) su un tracciato che ha fatto la storia del motorsport: Zandvoort, che oggi in realtà persenta un layout piuttosto diverso da quello che ospitò l’ultimo GP di Olanda nel 1985.

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Modifiche effettuate negli anni per adeguare il tracciato olandese alle normative di sicurezza, pur senza sminuirne caratteristiche tecniche e spettacolarità, che hanno riguardato soprattutto le curve 3 e 14 (dedicate rispettivamente al precedente direttore del circuito John Hugenholtz e al pilota olandese Arie Luyendyk) che ora hanno un banking di circa 19 gradi: oltre il doppio di quello di Indianapolis, che è di circa 9 gradi, e questo significa che le monoposto potranno affrontare queste curve con una velocità molto più elevata rispetto al passato, sottoponendo gli pneumatici a uno stress maggiore. Perciò Pirelli ha scelto per questo gran premio le tre mescole più dure della gamma P Zero: la C1 sarà P Zero White hard, la C2 sarà P Zero Yellow medium e la C3 sarà P Zero Red soft.

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La curva 14 viene percorsa a tutto gas, generando forze superiori ai 4 g, mentre in altre due curve le frenate generano forze di circa 5g: le entrate in curva 1 e in curva 11. La curva 7, percorsa ad una velocità di oltre 260 km/h, è un altro punto in cui si generano forze laterali di circa 5g. A questa seguono immediatamente le curve 8 e 9 che vanno a completare una serie di tre curve consecutive con elevate forze g.

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A complicare la vita a tecnici e piloti due fattori: le attuali F. 1 non hanno mai girato su questo tracciato, perciò i team dovranno inizialmente basarsi sui dati raccolti al simulatore, inoltre Zandvoort si trova vicino a una spiaggia di dune di sabbia che spesso viene depositata dal vento sulla pista compromettendone il grip. Peraltro il tracciato olandese alterna una sezione veloce ad una seconda sezione più guidata, con rapidi cambi di direzione, perciò le sessioni di prove libere saranno fondamentali per raccogliere dati e trovare il giusto compromesso a livello di messa a punto, prevedibilmente con un carico aerodinamico medio, ed elaborare la giusta strategia in funzione dell’utilizzo degli pneumatici. Per contro, il manto asfaltato è stato completamente rifatto, perciò non dovrebbe presentare irregolarità che possono limitare l’efficienza aerodinamica al variare delle altezze da terra, oltre a garantire una buon utilizzo in caso di pioggia.

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E qui arriviamo al dunque, perché a pochi giorni dal patatrac belga non vi sono dubbi che a Zandvoort più che sulla parte tecnica l’attenzione sarà su puntata, polemiche a parte, su ciò che la Federazione e Liberty Media intendono fare per evitare future figuracce planetarie come quella di domenica scorsa. Da entrambi i fronti hanno già fatto sapere di volersi incontrare nel fine settimana anche con i team di F. 1 per analizzare tutta una serie di possibili proposte, che comunque per essere trasformate in realtà e quindi modificare le attuali regole devono ottenere l’unanimità. Non per fare quelli che la fanno facile, ma intanto andrebbe chiarito il fatto che una volta verificato che non ci sono le condizioni per correre non si corre, evitando soprattutto di assegnare punti che potrebbero falsare l’assegnazione di titoli mondiali, vanificando gli sforzi delle squadre ed evitando di prendere in giro gli appassionati, soprattutto quelli presenti in circuito (a proposito, pare che gli organizzatori di Spa stiano pensando ad una qualche forma di “compensazione” per il pubblico) ma anche a casa davanti alla TV, oltre che i piloti che rischiano del loro per guadagnare posizioni, e punti, in pista. Anche perché il tanto sbandierato impegno in nome della sicurezza della Federazione cozza parecchio con le regole, non proprio acute, che vietano di intervenire sulle vetture anche in caso di cambiamento meteo dalle qualifiche alla gara.  Meglio sarebbe, forse, consentire le modifiche necessarie mettendo i piloti in condizioni di correre con un grado di sicurezza almeno accettabile. Magari così saremmo tutti più felici e sportivamente soddisfatti. 

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In questo senso speriamo di poter tornare a vedere una bella sfida in pista, senza che la tensione accumulata dai vari eventi negli ultimi gran premi possa sfociare in mosse poco sportive e, soprattutto, senza condizionamenti esterni. Una sfida che, sulla carta, vede favorito Max Verstappen, non solo perché l’olandese sarà letteralmente spinto dai suoi fans ma soprattutto perché nelle ultime gare la sua Red Bull è parsa sempre in vantaggio rispetto alla Mercedes e le caratteristiche del circuito di Zandvoort, oltre che il clima, paiono fatte su misura per il miglior equilibrio generale della monoposto di Milton Keynes. Sfida che certamente non mancherà alle loro spalle, innanzitutto con il duello tra McLaren e Ferrari per la terza piazza tra i Costruttori, e via via una serie di outsider, in ordine sparso Alpine, Alpha Tauri e Aston Martin, mentre in condizioni normali difficilmente potremo assistere ad un altro exploit di Russell, che possono contribuire a sparigliare le carte.

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