A un certo punto del GP d’Austria, qualcuno in sala stampa aveva preso un manuale di giardinaggio sulla coltivazione intensiva delle ortensie, vista la noia in pista di una gara per niente avvincente e che ha avuto pochi momenti da ricordare. La settima vittoria di Lando Norris, partito in pole, è stato il frutto di una strategia McLaren che in qualche modo ha impedito un duello fratricida fra Piastri, secondo, e Norris.

Di Paolo Ciccarone –  RMC Motori

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Infatti, i due per i primi 20 giri sono rimasti incollati come un francobollo alla busta. Con Piastri che si è preso qualche rischio di troppo in staccata, facendo temere il bis del Canada col botto fra i due. Poi, il pit stop di Norris, quattro giri dopo quello di Piastri e il distacco di sicurezza fra i due piloti era servito, senza ordini di scuderia e senza timori.

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Se una McLaren ha vinto il GP con merito, la Ferrari ha vinto la gara degli altri. Con Leclerc terzo e Hamilton quarto, a quasi 10 secondi dal compagno di squadra, il monegasco è salito ancora sul podio mentre l’inglese ha rimuginato ancora a lungo su qualcosa che non quadra nella sua rossa (e magari nella gestione della squadra con alcune comunicazioni radio…vivaci).

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La rossa ha recuperato la seconda posizione nel mondiale costruttori grazie anche all’erroraccio di Antonelli che alla terza curva ha centrato in pieno Verstappen dopo il via, costringendo entrambi al ritiro e il vincitore di Montreal, Russell, non è andato oltre il 5 posto ma a oltre un minuto dai vincitori e a mezzo minuto dalle due Ferrari. Errore di strategia, di prestazioni o altro, fatto sta che qui la Mercedes è sprofondata.

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Fra le seconde file bella la gara di Lawson, sesto con la faetina Racing Bulls, mentre Alonso settimo con la Aston Martin, sul finire si è esibito in numeri di alta scuola contro Gabriel Bortoletto, il brasiliano della Sauber che è gestito proprio da Alonso come manager. Bello l’abbraccio fra i due e la corsa senza errori.

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Al muretto Ferrari è mancato Fred Vasseur, rientrato di corsa a casa per motivi personali. Il suo posto è stato preso dal vicario Jerome D’Ambrosio. Con o senza Vasseur il risultato non sarebbe cambiato. Resta il mistero di questa assenza improvvisa con la speranza che non ci siano gravi problemi familiari dietro alla decisione di lasciare il circuito. Conoscendolo da oltre 20 anni, Fred non è tipo da mollare senza motivi seri. Una nota importante riguarda proprio la Ferrari, perché ha piazzato 6 motori nei primi 11 posti, di cui 5 in zona punti: oltre a Leclerc ed Hamilton, infatti, a punti sono andati Bortoletto, Hulkenberg (9 ma partiva ultimo) Ocon e Bearman con le Haas. Una bella prova di affidabilità e potenza. Almeno sotto questo aspetto, la Ferrari (al pari coi pit stop) dimostra di essere leader incontrastata. Fra sette giorni, anzi meno, si va a Silverstone, pista difficile e completa. Lì sarà importante capire davvero qualcosa in più sul prosieguo del campionato…

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